La nostra recensione di Sei fratelli, nuovo film del regista Simone Godano con Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini e Valentina Bellè tra i protagonisti: si respira aria da family dramedy in bilico tra commedia all’italiana e tocco yankee, ma il cast è migliore della scrittura
In Sei fratelli la famiglia è più che mai un inferno privato, abitato da anime agli antipodi che si disprezzano pur non conoscendosi o proprio perché si conoscono fin troppo bene. Simone Godano ha girato il proprio family dramedy all’italiana, un film che guarda sicuramente alle dinamiche di Scola, Monicelli e Comencini ma anche, in parte, alla serialità americana e che ha nel proprio cast il proprio punto di forza maggiore: Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Valentina Bellè e Claire Romain sono i migliori del lotto, ma funzionano più o meno tutti. A convincere di meno è la scrittura, soprattutto in alcuni passaggi diegetici, che però regala un solido incipit e un finale più cattivo del solito.
Riunione di famiglia
Marco (Riccardo Scamarcio), Guido (Adriano Giannini), Leo (Gabriel Montesi), Luisa (Valentina Bellè), Gaelle (Claire Romain) e Mattia (Mati Galey) hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante (Gioele Dix). Quando quest’ultimo viene a mancare si ritrovano per la prima volta, tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile, anche per via dei segreti e dei rancori che si portano appresso.
Inferno privato, inferno pubblico
Quello familiare è probabilmente il nucleo relazionale più amato dalla settima arte perché foriero di quella cosa meravigliosa che è il conflitto, senza il quale nessuna storia potrebbe definirsi tale. Ecco perché, in un modo o nell’altro, il cinema trova sempre un modo per tornare tra le mura domestiche ed ecco soprattutto perché ogni reunion familiare che si rispetti debba essere sempre e comunque macchiata di sangue. O anche semplicemente di rancore. Godano lo sa benissimo, anche perché lui nei suoi tre film precedenti la famiglia l’ha sempre affrontata pur se meno di petto, e quindi in questo Sei fratelli imbastisce un vero e proprio gioco al massacro.
Ci sono ovviamente i segreti, gli asti, le ripicche, i non detti e tutte quelle belle cosine che tra fratelli coltelli buttano benzina su fuoco dell’odio, ma questa volta c’è anche una presenza imprevista: una sesta sorella, fin lì sconosciuta, che irrompe nelle vite degli altri cinque minandone ancora di più quelle poche certezze rimaste su loro stessi. Ognuno di loro ha una caratterizzazione precisa e quasi archetipica, ovviamente portata allo stremo e solo apparente: c’è quello stronzo ma di successo, quello di animo buono, quello taciturno e un po’ sfigato, quella con la vita letteralmente in frantumi, quello impulsivo che proprio non riesce a perdonare un tradimento e quella fragile e costantemente innamorata dell’uomo sbagliato.
Sei anime diverse per raccontare quella che in fondo è la storia di un grande rimosso, in cui tutto il marcio deve venire alla luce prima che distrugga quel poco che è rimasto. E allora la sceneggiatura di Godano e di Luca Infascelli infarcisce l’intreccio di doppi, tripli archi narrativi imbevuti di una nostalgia per un tempo che non potrà più tornare, di sbagli impossibili da raddrizzare e soprattutto di tanti rimpianti (più qualche rimorso). Via quindi alle confessioni più o meno a cuore aperto, ai momenti in cui fare di nuovo squadra in nome di un cognome fin lì troppo pesante (la battaglia al laser game), a quelli di esorcizzazione e liberalizzazione dal passato (il bagno finale).
Un bel cast aggiusta il tiro
In tutto questo è il cast l’elemento di maggior pregio di Sei fratelli, ben amalgamato, ragionato e assortito perché ognuno degli attori principali è capace di dare un giusto colore al proprio personaggio, senza però rinunciare alle sfumature. Godano dimostra di essere ancora un volta un bravo regista di attori, anche quando la messa in scena richiederebbe più coraggio e meno derivatività e, soprattutto, quando nel secondo atto il rischio di una deriva mucciniana della vicenda si fa incredibilmente alto. Il regista romano però non sembra limitarsi a guardare solo alla grande commedia all’italiana, in particolare allo Scola de La famiglia, o a quella transalpina ma allarga lo sguardo oltreoceano ai modelli seriali come This Is Us o perfino Succession.
Il risultato è una pellicola dall’impianto drammaturgico non eccelso, e forse lontano da alcuni modelli di riferimento, però capace comunque di rappresentare un microcosmo tutto sommato sempre credibile e abbastanza a fuoco. Sei fratelli lavora perciò sugli spigoli, sui caratteri distorti e distanti allo stesso tempo, sul prezzo di una felicità e di un legame familiare illusori e per questo inafferrabili, per poi avere il coraggio di rimanere ancorato alla realtà con un finale più amaro e onesto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Perché in fondo si sa, la lezione di Tolstoj non è mai stata messa in discussione, men che meno dal cinema.
TITOLO | Sei fratelli |
REGIA | Simone Godano |
ATTORI | Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain, Linda Caridi, Mati Galey, Judith El Zein, Gioele Dix, Camilla Barbieri |
USCITA | 1 maggio 2024 |
DISTRIBUZIONE | 01 Distribution |
Tre stelle