Sesto potere di Davide Sacco con Francesco Montanari e Cristiano Caccamo va in scena all’Ambra Jovinelli: in scena anche Nina Torresi e Matteo Cecchi
Dal 10 al 21 gennaio, al Teatro Ambra Jovinelli, Francesco Montanari e Cristiano Caccamo saranno i protagonisti di Sesto potere, scritto e diretto da Davide Sacco. Dopo il quarto potere della stampa e il quinto potere della televisione, un sesto potere, molto più sottile, molto più infimo, scivola tra gli smartphone, nelle notifiche Facebook e nelle stories su Instagram.
Un potere invisibile, come è sempre invisibile chi lo comanda ed è sempre ignoto perché lo fa. Un pericolo nelle nostre mani, un lavaggio del cervello continuo, forse, un potere da cui nessuno di noi può scappare. Una manipolazione sociale, virale – per usare i termini più adatti -, che avviene per mano (o parola) dei social network. Una rete fitta di informazioni che ci tiene costantemente connessi e sollecitati da una forza che agisce sulle nostre menti ed esercita un potere di cui non si conosce la reale portata. Su questo e ancor più sulla vacuità di questi mondi indaga il nuovo testo di Davide Sacco, già autore de “L’uomo più crudele del mondo”, pronto al debutto di “Sesto Potere”.
Lo spettacolo vedrà in scena Francesco Montanari, Cristiano Caccamo, Nina Torresi e Matteo Cecchi, interpreti di un testo in tournée iniziata al Teatro Manini di Narni (10 e 11 dicembre 2023), per proseguire al Teatro Ambra Jovinelli di Roma (10-21 gennaio 2024) e al Teatro Nuovo di Napoli (25-28 gennaio 2024). Qui tutte le date.
La trama
In un capannone isolato, tre ragazzi – due interpretati da Cristiano Caccamo, e Matteo Cecchi -, vengono pagati da un partito estremista per inventare fake news e manipolare le elezioni politiche imminenti. La notte prima del silenzio elettorale, un noto conduttore televisivo – interpretato da Francesco Montanari -, intervista il vicesegretario del partito per cui lavorano i ragazzi, mettendolo in difficoltà e facendogli fare una pessima figura davanti a tutto il Paese.
I ragazzi stanno casualmente assistendo alla diretta televisiva e, preoccupati che questo possa compromettere il loro lavoro, decidono che non creeranno più fake news contro il partito avversario, ma che diffameranno direttamente il conduttore televisivo. Da quel momento la situazione inizia a degenerare.
Le parole del regista
«Odio. Denaro. Vendetta. Tre capitoli che racchiudono i temi centrali di questo spettacolo. La trama è tristemente attuale. Politica, fake news, manipolazione. Ma quello su cui ho scelto di concentrarmi sono state le motivazioni che spingono una generazione a comportarsi in maniera crudele, cattiva, bastarda. Ci sono molti conflitti in scena: il più evidente è quello tra i ragazzi e il conduttore televisivo, che è anche il motore principale della vicenda, ma più andiamo avanti nella scoperta dei personaggi e più capiamo che il conflitto maggiore è interiore a ognuno di loro, tra quello che vorrebbero essere e quello che la società li costringe a diventare.
Il campo di battaglia è quello della diffusione delle notizie, e anche qui lo scontro è tra un conduttore che eccelle nel suo mestiere, che è amato dal pubblico e che conosce alla perfezione lo strumento della televisione, e tre giovani che invece sanno come gestire l’umore del web, come smuovere le masse e scatenare reazioni di pancia ma terribilmente potenti. In mezzo, la verità, che viene schiacciata e perde sempre più di valore.
La scenografia è asettica, animata dai personaggi che compaiono e spariscono, come accade in televisione, ma i drammi che vengono messi in scena sono terribilmente reali, e il dialogo procede serrato senza lasciare scampo a nessuno».
(Davide Sacco)