La recensione di Sposa in rosso, commedia romantica diretta da Gianni Costantino con un cast corale formato da Sarah Felberbaum, Eduardo Noriega, Anna Galiena, Cristina Donadio, Maurizio Marchetti, Roberta Giarrusso, Massimo Ghini e Dino Abbrescia
Un incontro imprevisto
Roberta (Sarah Felberbaum) e Leòn (Eduardo Noriega), quarantenni precari in cerca di riscatto, si incontrano su un autobus a Malta proprio mentre la giovane rompe le acque. Leòn la accompagna in ospedale e accetta di fingersi il padre del bambino per salvare le apparenze. A quel punto Roberta, temendo che il vero padre del bambino glielo porti via grazie alla sua agiatezza economica, propone di fare di più: inscenare un matrimonio finto in Puglia per intascare i soldi delle buste che gli invitati regalano agli sposi. I complici sono il trasformista Giorgio (Massimo Ghini), amico mentore di Leòn, e Giada (Cristina Donadio), zia di Roberta. Ad ostacolare il piano ci sono però i familiari della sposa: la madre asfissiante Lucrezia (Anna Galiena), l’eccentrico padre Alberto (Maurizio Marchetti), il fratello paranoico Sauro (Dino Abbrescia) e sua moglie (Roberta Giarrusso). In una girandola di imprevisti non sarà facile per i protagonisti prendersi la rivincita che meritano. Ma, tra realtà e finzione, potrebbe far capolino la promessa di una grande – e vera – storia d’amore.
Cast corale
Sposa in rosso si poggia molto sulla presenza di un cast ricco di esperienza. Oltre ai protagonisti Sarah Felberbaum ed Eduardo Noriega, si alternano sulla scena Anna Galiena, Cristina Donadio, Roberta Giarrusso, Massimo Ghini, Maurizio Marchetti e Dino Abbrescia. Se i personaggi a volte tendono alla macchietta – come nel caso di Abbrescia nei panni del fratello Sauro – sta alla bravura del cast cercare di bilanciare gli ingredienti affinché non si superi il limite. A Massimo Ghini spetta però il compito più arduo: il suo guru-Giorgio è davvero poco credibile e lascia perplessi.
Troppa carne al fuoco
Il problema di fondo è proprio la scelta, poco felice, di fare il passo più lungo della gamba. Le tematiche in ballo sono davvero troppe: oltre ai filoni principali con l’elemento romantico, quello della maternità / affidamento e quello del pensarsi diversi da come si è, la sceneggiatura diretta, scritta e sceneggiata Gianni Costantino (in collaborazione con Lorenzo Ciorcalo e Francesca Scialanca) lascia spazio anche al cambio di sesso e ai pregiudizi di una famiglia meridionale vecchio stampo. Inevitabilmente si finisce con parlare di tutto senza approfondire nulla, arrivando inoltre a quasi due ore di pellicola che risultano forse eccessive per il genere.
I pregi di un film tutto sommato godibile
Nel complesso Sposa in rosso resta un film che si lascia guardare piacevolmente ma che sarebbe risultato più riuscito se solo si fosse operata un’attenta sfoltitura. A tratti manca verosimiglianza, eppure sulla bilancia bisogna mettere anche i punti di forza della pellicola. In primis, come già detto, la presenza di un cast esperto e ben immerso nella parte. Buona anche l’alchimia tra Sarah Felberbaum ed Eduardo Noriega, nonché la colonna sonora che inserisce Ligabue con Lettera a G e Jarabe De Palo con Depende. Non passano inosservati nemmeno gli scenari del Sud Italia e di Malta, che la macchina da presa valorizza in modo incontrastato non appena ne ha l’occasione. Infine, è da apprezzare anche il finale (che ovviamente non riveliamo) che riesce, nel suo piccolo, a non risultare banale.
Sposa in rosso, prodotto da Fenix Entertainment e Vision Distribution, arriva nelle sale italiane il 4 agosto distribuito da Adler Entertainment. Diretto da Gianni Costantino, il cast è formato da Sarah Felberbaum, Eduardo Noriega, Anna Galiena, Cristina Donadio, Roberta Giarrusso, Massimo Ghini e Dino Abbrescia.