Dalla Festa del Cinema di Roma la nostra recensione dei primi due episodi di Suburraeterna, il sequel diretto di Suburra che riparte dagli eventi della terza stagione: tornano Spadino, Angelica, Cinaglia ma nuovi personaggi si stagliano all’orizzonte pronti ad impadronirsi di Roma
Suburra aveva rappresentato uno dei primissimi successi di Netflix Italia nel 2017, e ora è arrivato il momento dell’immancabile sequel a distanza di tre anni dalla fine della terza stagione. Tornano quindi tutti i personaggi sopravvissuti alla prima mattanza, assieme a nuove figure che promettono di disegnare scenari di guerra e di lotta per il potere con la città eterna a fare da sfondo. Suburraeterna inizia quindi, fin da subito, a tessere nuove trame, nuove alleanze ma anche a portare alla luce tradimenti, cambi di fazione, bugie e complotti, il tutto con la solita commistione di politica, Chiesa e criminalità organizzata.
Roma non cambia mai
Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città vengono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia. Ma quando nuovi protagonisti scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma, Spadino (Giacomo Ferrara) sarà costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo e cercare nuovi alleati.
La città brucia
Si torna sempre lì dove si è stati bene, recita il famoso adagio. E a guardare questi primi due episodi di Suburraeterna viene da pensare che, forse, questa frase si adatti perfettamente anche allo spirito del sequel di Suburra perché in fondo siamo ripartiti esattamente da dove ci eravamo lasciati. Sono passati sì tre anni dalle vicende finali della prima serie, ma Roma è sempre lì che brucia, costantemente falcidiata da conflitti che si ripercuotono a cascata su tutti i livelli, dal basso all’alto, dalla Suburra al Campidoglio.
In questo miasma continuo di sangue, malaffare e interessi occulti un nuovo manipolo di personaggi si affaccia sulla scena, ingolosito da tutto questo potere vacante soprattutto dopo la morte di Aureliano; il filo conduttore tematico e diegetico è quindi rimasto perché anche questa è una serie che ragiona sul potere, sui meccanismi che lo generano e lo regolano, sulle conseguenze che ha nei confronti di tutti, deboli o forti. I tre anni di distanza che separano questo segmento dal precedente non hanno quindi spostato più di tanto gli equilibri, semmai hanno cementato l’arco di trasformazione di alcuni protagonisti sublimandolo, come Cinaglia ormai sempre più sprofondato nell’oscurità.
Le dinamiche non cambiano
In tutto questo immobilismo iniziale (rotto solo dalla fuga di Spadino a Berlino) è chiaro come certe dinamiche non siano affatto cambiate, ma è anche altresì chiaro come i tanti semini che vengono piantati in questi primi due episodi siano destinati a sbocciare in un prossimo momento, perché quella di Suburraeterna è una guerra destinata a non finire mai. Ci sono i figli che portano avanti le battaglie dei padri e delle madri, legami di sangue che obbligano a rispondere a quel sangue con altro sangue, promesse segnate da una discendenza di valori distorti ma coerenti con il mondo a cui appartengono, debiti che devono essere ripagati o incassati.
Dopotutto è un po’ il pregio e il difetto maggiore di una serie come Suburraeterna quello di essere assieme confortante e scontata, di farci entrare in un mondo che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene ma che per questo difficilmente ci sorprende; non sappiamo ancora come e se gli autori scombineranno le carte che ci hanno presentato in questa premiere, ma la sensazione è che l’intenzione sia quella di giocare abbastanza sul sicuro, soprattutto nel momento in cui gli equilibri saltati in questi 90 minuti saranno fertile terreno di gioco per tutte le ipocrisie e le bugie da smascherare, per il sacro della Chiesa sempre più corrotta e per il marcio di una Politica lontanissima dal popolo.
Motivi d’interesse
Ci sono comunque degli spunti potenzialmente interessanti che vengono introdotti e lasciati marinare, come il personaggio di Alberto ad ora unico elemento che la sceneggiatura ci fa leggere in chiave positiva. Alberto è un idealista, uno che vorrebbe davvero tornare ai fasti della Chiesa originaria di Cristo, al servizio dei poveri e degli indifesi e che quindi deve scontrarsi con un’istituzione fortemente reazionaria e totalmente distaccata dal mondo reale; sarà interessante capire come questo scontro di valori si materializzerà nei prossimi episodi e se anche Alberto verrà inghiottito o meno dall’oscurità di Roma.
Il secondo motivo d’interesse riguarda l’entrata in scena di due nuove famiglie, di cui una nutrita però da un sentimento ulteriore che la spinge a tentare il gran colpo di stato contro gli Anacleti: la vendetta. Sì, perché in Suburraeterna è la vendetta a fare capolino tra le piaghe del racconto, forse il sentimento più oscuro di tutti, e questa “novità” potrebbe rappresentare un tassello ulteriore per far avanzare i conflitti, dare più rotondità e profondità alle motivazioni dei personaggi e proporci uno spettacolo degno della serie originale. Le pedine sono state posizionate, ora non resta che muoverle. Che la partita abbia inizio.
TITOLO | Suburraeterna |
REGIA | Ciro D’Emilio, Alessandro Tonda |
ATTORI | Filippo Nigro, Emmanuele Aita, Paola Sotgiu, Carlotta Antonelli, Federica Sabatini, Giacomo Ferrara |
USCITA | 14 novembre 2023 |
DISTRIBUZIONE | Netflix |
Tre stelle