Pambieri e Romano portano Sleuth – Gli insospettabili al Ciak di Roma

Sleuth - Gli insospettabili - Giuseppe Pambieri e Paolo Romano
Sleuth - Gli insospettabili - Giuseppe Pambieri e Paolo Romano

Al Teatro Ciak di Roma con Giuseppe Pambieri e Paolo Romano arriva Sleuth – Gli insospettabili, per la regia di Raffaele Castria: da venerdì 25 marzo a sabato 16 aprile

Da venerdì 25 marzo a sabato 16 aprile, torna il brivido al Teatro Ciak di Roma con un classico imperdibile, Sleuth – Gli insospettabili.

Presentato da Ubik Produzioni e Teatro Stabile del Giallo con la regia di Raffaele Castria, questo coinvolgente thriller scritto dal drammaturgo inglese Anthony Shaffer vedrà sul palco un grande Maestro del teatro italiano, Giuseppe Pambieri e Paolo Romano, attore con una lunga esperienza sul palcoscenico e interprete di numerosi film e fiction televisive. Le scene sono di Fabiana di Marco, le musiche di Alessandro Molinari e i costumi di Susanna Proietti.

Sleuth è innanzitutto una black comedy mozzafiato, ma è anche un divertissement teatrale raffinatissimo e irresistibile, in cui nulla è ciò che appare, ed è una fiaba moderna fatta di orchi e case incantate che non parlano ma si muovono.

Sleuth – spiega il regista Raffaele Castriaè un duello arguto, perverso, ipnotico, selvaggio e assolutamente divertente che inchioda lo spettatore alla poltrona col fiato sospeso. Senza respiro, senza pause, è un capolavoro del brivido a teatro. Un gioco al massacro in cui lo spettatore rimane intrappolato insieme ai protagonisti. La suspense si fa puro divertimento spingendo dall’angoscia alla risata in un sospiro”.

Giuseppe Pambieri in La donna in nero
Giuseppe Pambieri

L’aristocratico scrittore di romanzi gialli Andrew Whyke (Giuseppe Pambieri) invita nel suo maniero Milo Tindle (Paolo Romano), un parrucchiere di origini italiane, nuovo amante della moglie. Tra i due si instaura un legame ambiguo e crudele ma umanamente intensissimo e inaspettato, in cui i confini tra gioco e follia sono decisamente labili, fatto di invenzioni continue e dialoghi al vetriolo di rara perfezione ed ironia. “Vedi, noi sappiamo che significa fare un bel gioco, tu e io. È così raro. Due persone che riescono a incontrarsi, per affrontare la vita, la sua vacuità e i suoi terrori”, si ritrova a dire Andrew al suo “nemico” Milo.

Nella iperbolica costruzione di ribaltamenti continui e di giochi, si fa strada una riflessione sulla vita come costante messa in scena teatrale e un’osservazione amara sulle maschere che ognuno è costretto a indossare per sopravvivere in un mondo dove a trionfare sono gli egoismi personali. Il Teatro è l’altro vero protagonista, il convitato di pietra onnipresente e viene celebrato sia come spettacolo che come performance attoriale.

Il fascino del testo teatrale di Shaffer ha sedotto anche il cinema. Due sono gli adattamenti cinematografici realizzati in anni recenti. Il primo del 1972, per la regia di Joseph L. Mankiewikz, interpretato da Laurence Olivier e Michael Caine. Il secondo del 2007 diretto da Kenneth Branagh, interpretato da Michael Cane e Jude Law e con la sceneggiatura del premio Nobel Harold Pinter.

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