La nostra recensione di The Cage – Nella gabbia, sport-action movie diretto da Massimiliano Zanin con Aurora Giovinazzo e Valeria Solarino: nel mondo delle arti marziali miste si consuma la storia di una ragazza e della sua voglia di liberazione, con qualche cliché di troppo
Il boom di visibilità e pubblico fatto registrare dalle MMA (acronimo di Mixed Martial Arts) negli ultimi anni è stato talmente clamoroso che il cinema non poteva restare a guardare. Se però negli Stati Uniti ci avevano già pensato da metà anni 2000 (il più celebre è Warrior di Gavin O’Connor del 2011), in Italia solo Riccardo Ferrero aveva portato questo sport sul grande schermo, nel 2017 con il suo MMA: Love Never Dies.
Arriva ora nelle sale, dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma, la declinazione dell’MMA al femminile con The Cage – Nella gabbia di Massimiliano Zanin, già co-sceneggiatore degli ultimi lavori di Tinto Brass, qui alla sua prima opera filmica dopo alcuni corti e i documentari proprio su Brass e Joe D’Amato.
Interpretato da Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Fabrizio Ferracane e la Consuelo di Mare fuori Desirée Popper, insieme al professionista Alessio Sakara (anche noto volto televisivo di Tu sì que vales) e la partecipazione in veste di allenatore del leggendario Campione del mondo e Oro olimpico Patrizio Oliva, quello di The Cage è un racconto fin troppo lineare e didascalico, sebbene offra un paio di scontri di buona potenza cinematografica e un’ottima giovane protagonista, già apprezzata in Freaks Out e non solo.
Sangue e pugni
Giulia (Aurora Giovinazzo), una ragazza cresciuta in una comunità di accoglienza dopo la perdita dei genitori, lavora in un piccolo zoo privato di proprietà del fidanzato Alessandro (Brando Pacitto), frequentatore di una congregazione religiosa guidata dal carismatico Padre Agostino (Fabrizio Ferracane). Giulia è stata una giovane promessa dell’MMA femminile, uno sport in grande ascesa e solo apparentemente privo di regole, nel quale ha provato a combattere i fantasmi della sua vita complicata. Questo fino a fino a prima di ritirarsi dopo un tragico incidente nella gabbia da combattimento.
Il desiderio di tornare sul ring è però più forte di ogni cosa, anche delle rimostranze di un fidanzato che semplicemente non riesce ad affrontare l’idea che Giulia possa trovare la propria strada, affrancandosi dalla gabbia che lui ha costruito su misura per lei. Contro tutto, Giulia decide di tornare ad allenarsi e sfidare nuovamente l’atleta che è stata la causa del suo abbandono, Beauty Killer (Désirée Popper). Fondamentale per la sua decisione è anche l’arrivo in palestra di una nuova allenatrice, Serena (Valeria Solarino), un’ex atleta che deve fare i conti con un passato difficile: una famiglia che l’ha rifiutata dopo essersi dichiarata omosessuale e una carriera da fighter finita malamente.
Un film fisico e derivativo assieme
È evidente come Zanin abbia pescato a piene mani da un intero universo di riferimenti cinematografici e letterari per portare sullo schermo la sua pellicola, in cui ogni singolo movimento drammaturgico sembra provenire da qualcosa che è già stato fatto o visto. La stessa protagonista Giulia, interpretata con grande convinzione da Aurora Giovinazzo, è un po’ un fritto misto di cliché legati al genere che sono debitori di tutto un passato cinematografico specifico, da Million Dollar Baby a Rocky, passando per il già citato Warrior. Il suo intero passato è un insieme di traumi irrisolti, dalla crescita in una comunità di accoglienza in seguito all’abbandono dei genitori fino al figlio abortito a causa di un incontro.
È altresì evidente come Zanin non abbia saputo bene come assorbire tutte queste influenze e questi immaginari per poi metabolizzarli e rielaborarli in un’opera meno derivativa e più personale. The Cage – Nella gabbia è infatti un’opera che non trova mia una propria voce, un proprio punto di vista sul tema (quello sì interessante) della liberazione dai pregiudizi e da un passato ormai troppo ingombrante e di cui quegli stessi pregiudizi si sono nutriti, a causa di una morale e di alcune convenzioni sociali distorte. Giulia combatte per scrollarsi via di dosso il fondamentalismo religioso del fidanzato Alessandro e di Padre Agostino, ma anche per far sì che le donne possano fare ciò che fanno gli uomini, senza distinzioni.
In questo continuo incontro tra desiderio di libertà e voglia di rivalsa il film restituisce un cinema fisico e sanguigno, ma mai purtroppo del tutto adrenalinico, in cui i colpi, i calci e i pugni sembrano quasi confondersi e in cui i corpi si aggrovigliano tra loro stringendosi in un abbraccio letale che però sembra più una danza passionale, un po’ come avviene nei titoli di testa tra la stessa Giulia e la sua rivale sul ring Beauty Killer. Il regista veneto, qui al suo primo lungometraggio, si appoggia allora sui canoni consueti del genere a cui cerca però di dare nuova linfa proprio attraverso la relazione tossica tra Giulia e Alessandro, e tra quest’ultimo e Padre Agostino.
Didascalismo e un po’ di macchiette
C’è anche una seconda criticità che non permette al film di affondare il colpo quanto avrebbe potuto ed è dovuta, in parte, anche ad una certa ingenuità di scrittura. Infatti tutti i personaggi che gravitano intorno a Giulia, e in special modo proprio Alessandro, soffrono di una certa superficialità nella costruzione che li rende macchiettistici, come se il loro continuo svilirsi dovesse servire per contrappasso all’arco di redenzione della stessa protagonista. Ed è un problema questo che affligge più o meno tutti i personaggi maschili (meno quello di Serena), poiché è un problema di sguardo troppo superficiale sul genere e sulle dinamiche che lo definiscono.
Alla fine, complice anche una durata congrua allo sviluppo diegetico, The Cage – Nella gabbia si lascia guardare ed è discretamente godibile se si è disposti a soprassedere sulle mancanze di scrittura, su qualche didascalismo di troppo nei dialoghi e su una narrazione fin troppo figlia bastarda di tante storie precedenti. Rimane comunque un’opera che ha avuto il merito, se non altro, di portare il mondo delle MMA al femminile in un cinema come il nostro, spesso restio nell’affrontare le macro-arene dello sport specialmente se con protagoniste delle donne. Come punto di partenza è lontano dalla perfezione, ma è un inizio che speriamo porti anche ad opere più compiute.
TITOLO | The Cage – Nella gabbia |
REGIA | Massimiliano Zanin |
ATTORI | Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Alessio Sakara, Desirée Popper, Fabrizio Ferracane, Brando Pacitto, Patrizio Oliva |
USCITA | 22 febbraio 2024 |
DISTRIBUZIONE | Rodeo Drive |
Due stelle e mezza
The Cage – Nella gabbia interviste
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