The Holdovers – Lezioni di vita, recensione: il miglior film di Alexander Payne?

The Holdovers - Lezioni di vita - Dominic Sessa e Paul Giamatti
The Holdovers - Lezioni di vita - Dominic Sessa e Paul Giamatti

La nostra recensione di The Holdovers – Lezioni di vita, il nuovo splendido film di Alexander Payne con un grande Paul Giamatti e i bravissimi Dominic Sessa e Da’Vine Joy Randolph: la sceneggiatura è d’acciaio, le lacrime e le risate abbondano, il cinema trionfa

Alexander Payne è un autore raro al giorno d’oggi, capace di regalare al proprio cinema uno sguardo autentico, riconoscibile eppure sempre nuovo, privo di compromessi e di filtri. Lo ha fatto abbracciando diversi generi fino ad arrivare alla fantascienza di Downsizing, suo ultimo film prima di questo The Holdovers – Lezioni di vita, ma sempre mantenendo una grandissima coerenza stilistica e, per certi versi, perfino tematica. Stavolta si affida una grande sceneggiatura di David Hemingson ed un meraviglioso trio composto da Paul Giamatti, Dominic Sessa e Da’Vine Joy Randolph per raccontare la storia di tre anime tristi in cerca di un nuovo futuro e di un suo senso, sullo sfondo dell’America degli anni ’70.

Residui di un Natale

Connecticut, 1970. In una scuola maschile molto esclusiva i ragazzi si stanno preparando per ripartire in vista del Natale. Paul Hunham (Paul Giamatti) è un odioso professore di storia antica universalmente antipatico a tutti, che si ritrova a dover passare le vacanze in compagnia di Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), la cuoca della scuola il cui figlio Curtis è stato ucciso in Vietnam, e Angus Tully (Dominic Sessa), uno studente intelligente e incasinato che sta solo cercando di farsi strada. Abbandonati a se stessi nella scuola,  vivranno avventure e qualche calamità che li porteranno a sentire una parvenza di famiglia.

The Holdovers - Lezioni di vita - Dominic Sessa e Paul Giamatti
The Holdovers – Lezioni di vita – Dominic Sessa e Paul Giamatti

Una scrittura chirurgica

C’è una cosa che proprio non funziona di The Holdovers – Lezioni di vita, ma non ha nulla a che vedere con il modo in cui il film è stato concepito, scritto e poi girato. Si tratta dell’orribile sottotitolo italiano, aggiunto lì per pure ragioni di marketing che però banalizza e depotenzia lo splendido titolo originale. La parola holdovers in inglese indica infatti le cose o le persone che vengono trattenute in un luogo, in una situazione o in uno stato del loro essere per cause di forza maggiore, indipendenti dalla loro volontà. Una condizione quindi né di progresso e né di regresso, bensì di immutabilità assoluta, la condizione cioè in cui tergiversano Paul, Mary e Angus all’inizio della storia.

Una storia che si appoggia su una sceneggiatura di una precisione millimetrica ad opera di David Hemingson, in cui dramma e commedia si sfiorano, si intrecciano e si rincorrono continuamente nel raccontare l’arco di trasformazione di tre personaggi in cerca di un senso nelle loro vite. C’è il Paul di Paul Giamatti, un insegnante odioso e alquanto misantropo dal passato parecchio complicato e dal cuore più grande di quanto lasci intendere; c’è l’Angus di Dominic Sessa, un vero e proprio loser di grandissimo talento abbandonato dalla propria madre per le vacanze costretto a rinsaldare un rapporto doloroso e c’è infine la Mary di Da’Vine Joy Randolph, che combatte per sopravvivere al più grande dei dolori materni.

The Holdovers - Lezioni di vita - Dominic Sessa e Da'Vine Joy Randolph
The Holdovers – Lezioni di vita – Dominic Sessa e Da’Vine Joy Randolph

Un film nel tempo e sul tempo

È un’opera completamente immersa nel proprio tempo The Holdovers – Lezioni di vita, quegli anni ’70 americani figli della controcultura che però dovevano fare i conti ancora con un certo reazionarismo di fondo insopportabile. Perché nel mondo immaginato e disegnato da Payne ed Hemingson il pregiudizio è ancora lì, lo spirito militarista e guerrafondaio che alimenta gli ultimi scampoli di Vietnam è ancora lì, ma ci sono anche la voglia di libertà, di infrangere le regole sociali e quelle culturali, il sogno di un paese che sta ricostruendo una propria identità attraverso le parole degli ultimi, degli emarginati, di coloro che una voce non l’avevano ancora. D’altronde è trascorso  solo un anno dagli eventi di Stonewall e Woodstock.

Quegli anni ’70 però li vediamo anche nelle bellissime e puntuali suite musicali che accompagnano la storia invece di soffocarla, dai Temptations alla “The Wind” di Cat Stevens, dai costumi, dalla fotografia leggermente sgranata e dai toni freddognoli ma soprattutto dall’anima profondamente Seventies. Quello di Payne è però un film che ragiona anche sul tempo, su quello storico più precisamente, perché senza passato non c’è presente e senza presente non c’è futuro, come ripete il professore di Giamatti a più riprese. Non capita spesso di assistere ad un’opera così lucida, così precisa nella sua gestione dei tempi drammaturgici, dei suoi innumerevoli sottotesti, delle risate e delle lacrime.

The Holdovers - Lezioni di vita - Paul Giamatti
The Holdovers – Lezioni di vita – Paul Giamatti

Il senso di tutto

Il pregio maggiore di The Holdovers – Lezioni di vita è però quello di regalare senso a tutto, sempre. Personaggi, svolte di trama, sviluppo tematico sono sempre incredibilmente a fuoco, le loro interazioni calde e piene di anima, di un’anima cinematografica ma anche emotiva, pulsante, vitale. Ed è un lungometraggio pieno di vita vera, che respira e che si abbandona completamente alla forza dei legami e degli affetti, alla ricerca del significato della vita nella famiglia; anche se il viaggio di Paul, Mary e Angus non è così sorprendente nella destinazione, è nel viaggio che Payne fa sedimentare il cuore del racconto, dà valore ad ogni singolo elemento di sceneggiatura e fa strabordare l’emozione.

Perché in quelle tre anime sole, costrette a trascorrere le festività nella neve infinita del Connecticut tra le mura fredde e austere di un’istituzione centenaria, c’è la volontà di aprirsi ad un mondo che non è forse ancora pronto ad accoglierle, a dare loro conforto, a riempirle di amore. Ci ha pensato allora Alexander Payne ad illuminarle, con la grazia, l’eleganza e l’intelligenza del cinema migliore, quello che racconta l’umanità con umanità e la vita con vitalità. Quello che non ha paura di fallire, di sbagliare, di prendere una direzione laterale ma anche di essere, per certi versi, perfetto e chirurgico. E se non è un trionfo, ci siamo molto vicini.

TITOLO The Holdovers – Lezioni di vita
REGIA Alexander Payne
ATTORI Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Brady Hepner, Gillian Vigman, Tate Donovan, Oscar Wahlberg
USCITA 18 gennaio 2024
DISTRIBUZIONE Universal Pictures Italia

 

VOTO:

Quattro stelle e mezza

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