La recensione di The Nun 2, sequel dell’horror del 2018 diretto da Michael Chaves e interpretato ancora una volta da Taissa Farmiga e Jonas Bloquet: un paio di sequenze efficaci non salvano dalla noia e dalla banalità
Il terrificante demone Valak torna al cinema dopo il The Nun del 2018 con un sequel questa volta diretto da Michael Chavez. Torna anche la protagonista Taissa Farmiga, sorella della Vera già apparsa in tutti e tre film de L’evocazione e in due film di Annabelle, per affrontare di nuovo il terribile demone Valak. The Nun 2 è un pelo migliore del primo capitolo, ma a fronte di un paio di sequenze ben riuscite la sensazione rimane quella di una pellicola che non sfrutta appieno le potenzialità offerte dal suo terrificante antagonista.
La suora, di nuovo
Francia, 1956. Un prete viene terribilmente massacrato dopo aver celebrato una Messa e ancora una volta il Vaticano è costretto a richiamare suor Irene (Taissa Farmiga) in azione poiché convinto che dietro l’omicidio ci sia ancora l’opera di Valak, lo spietato demone nelle vesti di suora. Quando suor Irene arriverà nel collegio di Aix-en-Provence si ritroverà di fronte, dopo quattro anni, Maurice (Jonas Bloquet) il francese, ma questa volta la lotta contro Valak assumerà una dimensione ancora più oscura e pericolosa perché il demone vuole impossessarsi di un antico artefatto dai grandi poteri, e farà di tutto per riuscirci.
La simbologia del male
A cosa serve l’horror? A spaventarci, a inquietarci, a farci venire gli incubi potremmo rispondere in prima battuta, ma dietro ogni singolo spavento od ogni singola inquietudine vi sono degli elementi che raccontano di una continua lotta tra forze opposte e del modo in cui noi esorcizziamo la paura per questa lotta. I demoni d’altronde esistono, che siano fatti di spirito o in carne ad ossa, e il terrore che nutriamo nei confronti di un male oscuro e inspiegabile ci costringe a tentare di dargli un volto, una spiegazione, una ragione.
È per questo che nel corso dei decenni gli horror hanno abbracciato sempre di più una simbologia di carattere molto spesso religioso o filosofico, e The Nun 2 non fa eccezione a questa regola. Qui sono le lacrime di Santa Lucia il MacGuffin che dà motore alla vicenda, ma che rappresenta anche il simbolo di purificazione dalle tenebre, di ricerca della speranza e di un bene superiore che possa annientare il male, dandogli un senso, uno scopo preciso, una ragione che possiamo essere in grado di comprendere e quindi di esorcizzare. Purtroppo però il film non riesce a far diventare questo simbolismo qualcosa in più di un semplice espediente narrativo, e quindi depotenziandone l’aspetto tematico.
La paura non è di casa
Il problema maggiore di The Nun 2 è però quello di non fare quasi mai paura. Non di creare inquietudine, di sconvolgere, di stritolarci nel dubbio o nelle spire dell’angoscia, ma di fare semplicemente paura. Ci saremmo accontentati di uscire dalla sala divertiti ma terrorizzati, invece Michael Chaves non riesce ad andare oltre qualche jumpscare ben piazzato e l’utilizzo dei topoi più classici dei film di paura. Il regista americano azzecca un paio di sequenze (quella dell’edicola è estremamente efficace sebbene un po’ troppo tirata per le lunghe) e in generale lavora discretamente sulle atmosfere malsane e disturbanti, ma si dimentica di generare tensione sufficiente da impedire che il ritmo si appiattisca.
Purtroppo quello del ritmo è un limite che The Nun 2 non fa nulla per provare a sistemare, oltre che una fastidiosa prevedibilità nello sviluppo da far rimpiangere certi horror dei primi anni 2000 costruiti con lo stampino. Tiene sempre un passo incerto questo ennesimo capitolo del Conjuringverse perché non ha abbastanza spina dorsale per stare in piedi da solo, e non riesce minimamente a costruire una backstory convincente per il suo antagonista demoniaco, un villain ancora una volta sfruttato con troppa superficialità e poca convinzione.
Valak dove sei?
Sin dalla sua comparsa il demone suora Valak è entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo come una delle creature più inquietanti, se non addirittura spaventose, dell’horror contemporaneo. Un po’ per le sue vesti che celano il simbolismo del male nascosto anche tra le piaghe non così sante della religione, un po’ perché è sempre molto più terrificante scoprire come i mostri possano nascondersi anche tra coloro che dovrebbero operare per il bene comune in molti hanno sperato che un film origine su questa figura così terrificante potesse essere un bene.
Purtroppo, due film più tardi, siamo costretti a mettere nero su bianco il fallimento dell’operazione. The Nun 2, ad onor del vero, ci prova con molta più convinzione del primo capitolo, forse anche per riparare agli errori del passato, ma non centra mai il bersaglio e si rivela essere una delusione ancor più grande. Forse è il caso che Valak torni all’inferno, ma non quello cinematografico.
The Nun 2. Regia di Michael Chaves con Taissa Farmiga, Storm Reid, Jonas Bloquet e Bonnie Aarons, è uscito nelle sale mercoledì 6 settembre distribuito da Warner Bros Italia.
Due stelle e mezzo