La recensione di The Old Guard, il film tratto dall’omonimo fumetto di Greg Rucka in cui Charlize Theron guida un gruppo di mercenari (quasi) immortali: nel cast anche Luca Marinelli
Dal fumetto di Greg Rucka
Andy (un’allenatissima Charlize Theron), Booker (Matthias Schoenaerts), Joe (Marwan Kenzari) e Nicky (Luca Marinelli) formano una squadra di guerrieri formidabili. Nel corso dei secoli sono sopravvissuti alle battaglie più importanti della storia dell’uomo in quanto dotati di una dote rara: guariscono da qualunque ferita, anche la più letale. Tale potere gli ha permesso di risorgere dopo ogni colpo e di scongiurare il rischio di morire. Un giorno il gruppo scopre l’esistenza di un’altra creatura immortale (KiKi Layne), ma nel momento in cui il loro potere segreto viene reso noto, si rendono conto di essere in pericolo. Qualcuno è sulle loro tracce e pur di sfruttare a scopo di lucro quel prezioso dono è disposto a qualunque cosa.
L’unica Andromaca “Andy” di Scizia possibile
Charlize Theron guida questo team di soldati ai limiti dell’immortalità. In The Old Guard l’attrice torna a vestire nuovamente i panni della leader grintosa che non deve chiedere mai, dopo i personaggi già interpretati (ed apprezzati) in Atomica bionda e Mad Max: Fury Road. La star dimostra così ancora una volta – qualora ce ne fosse bisogno – una innegabile versatilità oltre alla capacità di entrare in simili donne senza rinunciare per un momento né alla grinta né tanto meno alla femminilità. Il suo è un dono che posseggono pochissime attrici di Hollywood e vederla sul grande schermo è, per l’ennesima volta, un grande piacere per gli occhi.
Un team di star
Oltre a Charlize Theron, The Old Guard dispone di un cast valido e variegato che dà valore ai personaggi più di quanto non riesca a fare la sceneggiatura. Spicca l’italiano Luca Marinelli, convincente nella performance ma un po’ meno nel doppiaggio. Bene anche l’affascinante Matthias Schoenaerts, Marwan Kenzari e soprattutto la giovane KiKi Layne (già vista nel meraviglioso Se la strada potesse parlare). Tra paure e ideali, la giovane marine Nile Freeman rappresenta a pieno i pregi e i difetti dei Millenials: tante le responsabilità per il futuro e le aspettative su se stessi, difficile però lasciarsi andare verso la propria vocazione. Nel cast anche Harry Melling nei panni di un CEO privo di scrupoli e il Chiwetel Ejiofor di 12 anni schiavo.
Un comic movie destinato ad un sequel?
Nella pellicola prevalgono i colori scuri, propri della battaglia ma anche del ricordo (componente fondamentale dal punto di vista narrativo). Le atmosfere cupe ben si adattano ad una guerra in cui il confine tra buoni e cattivi non è poi così nitido. Tutto ciò è scandito da ritmi lenti che tendono ad accelerare durante gli scontri corpo a corpo, il che riesce a valorizzare i personaggi senza cadere nel prolisso. La pellicola possiede indubbiamente una fetta importante di pubblico e verrà apprezzato dai cultori del genere, ma nel complesso non riesce ad innovare un filone ampiamente spremuto nel corso dei decenni. La regia di Gina Prince-Bythewood è buona ma non eccezionale: il compitino viene portato a casa, ma ha maggior successo se proiettato nel futuro: verrà realizzato un sequel per approfondire certi argomenti e lasciare davvero un segno? La Theron ne sembra convinta.
The Old Guard è un film originale Netflix ed è disponibile dal 10 luglio 2020 (dove è diventato in poche settimane il film originale più visto di sempre sulla piattaforma di streaming).