The Predator, recensione del deludente nuovo capitolo: cos’è successo?

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Sbarca al cinema The Predator, nuovo capitolo della gloriosa saga iniziata oltre 30 anni fa, ma il risultato è deludente. Shane Black sforna un film senza mordente che non sa bene quale direzione prendere, diviso tra action ed (eccessiva) comicità

The Predator, diretto da Shane Black, è l’ultimo capitolo della celebre saga iniziata nel 1987 con Predator, in cui lo stesso Black recitava nel ruolo di Rick Hawkins. Non si tratta di un reboot, ma di una prosecuzione degli eventi accaduti negli altri film, con l’eccezione forse dei due crossover con Alien.

Tre storie in una, ma nessuna coinvolge

È difficile parlare di una trama vera e propria, per via di un montaggio che decide palesemente di rendere il prodotto finale un’incoerente successione di eventi, senza un collegamento chiaro e preciso. Il film inizia con una navicella che si schianta sulla Terra. C’è subito uno scontro fra il Predator e il nostro protagonista, Quinn McKenna (Boyd Holbrook), che ne esce vincitore. La scena si conclude con McKenna che si allontana portandosi dietro della “tecnologia Predator”. Quando Traeger (Sterling K. Brown) e la sua divisione governativa entrano in possesso di queste informazioni, mandano McKenna in una prigione militare, ma non prima che quest’ultimo possa spedire quella tecnologia Predator al suo giovane figlio Rory (Jacob Tremblay). Da questo momento in poi, lo spettatore è costretto a seguire tre storie diverse: da una parte McKenna con i veterani del Gruppo 2 (il numero della loro terapia di gruppo), dall’altra il figlio Roy che gioca con la tecnologia aliena, e infine Olivia Munn nel ruolo della dottoressa Casey Bracket, una biologa reclutata da Traeger per studiare il Predator in un laboratorio per la sperimentazione. Nessuno di questi tre filoni risulta però minimamente coinvolgente.

The Predator - Il Predator
Il Predator

Due parole sul regista Shane Black

Shane Black, talentuoso sceneggiatore e regista, può non risultare un nome familiare; tuttavia è uno fra i più importanti pionieri del genere action-comedy, e in particolare dei buddy cop film. È stato proprio lui a scrivere la sceneggiatura di Arma letale, nonché ad aver diretto una delle pellicole più divertenti degli ultimi anni, The Nice Guys, con Ryan Gosling e Russel Crowe. Si tratta quindi di una figura, con una certa esperienza alle spalle, in grado di combinare al meglio azione e commedia, due aspetti che erano ampiamente presenti in Predator (1987). Con questo film, Shane Black regala invece una delle delusioni più grandi dell’anno.

Dov’è la tensione?

The Predator è una commedia a tutti gli effetti. E, nonostante susciti di tanto in tanto delle risate sincere e genuine, la stragrande maggioranza di queste sequenze comiche sono fastidiosamente ridicole, completamente superflue e non hanno altro scopo se non quello di fermare l’azione brutale di Black. Le scene d’azione, infatti, sono decisamente fantastiche, ogni volta che appare l’iconico mostro. È quindi davvero un peccato che la tensione del primo film qui sia completamente ignorata: c’è un’unica scena con un po’ di suspense ed ha a che fare con il personaggio di Olivia Munn, che, nel tentativo di sfuggire al Predator che sta facendo una strage nel laboratorio, deve subire un processo di decontaminazione affinché si apra la porta che forse la condurrà in salvo.

Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Keegan-Michael Key, Thomas Jane e Augusto Aguilera in The Predator
Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Keegan-Michael Key, Thomas Jane e Augusto Aguilera

I nostri eroi?

Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Keegan Michael-Key, Thomas Jane, Alfie Allen e Augusto Aguilera creano un equipaggio simpatico ed irriverente. Le barzellette calpestano territori grossolani e talvolta offensivi, ma questi ragazzi riescono a mantenere un certo fascino e carisma per tutto il film. Ed è l’unica caratteristica che trapela dalle loro azioni: ogni singolo membro del Gruppo 2 è una sagoma di cartone, completamente bidimensionale. Shane Black non prova neanche un minimo a far immedesimare lo spettatore nei protagonisti: ad esempio sappiamo che Quinn è un soldato fantastico, solo perché nel film si continua a ripeterlo tramite gli altri personaggi, ma all’atto pratico non c’è modo di testarlo.

Né carne né pesce

Il risultato finale è un film che non sa cosa vuole essere. La sua base da pellicola fantascientifica d’azione anni ’80 è sicuramente palpabile e quando il Predator flette i muscoli e si lascia dietro gambe e teste mozzate, il divertimento è assicurato. Ma è anche un contenitore di idee sviluppate male o lasciate a metà. Sebbene sia guardabile, e a tratti anche divertente, se si è in cerca di un capitolo della saga che sia in grado di riaccendere la gloria dell’originale, allora la vostra caccia non finisce qui.

(recensione di Marco Romagnoli)

The Predator, diretto da Shane Black, con Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Jacob Tremblay, Keegan-Michael Key, Olivia Munn, Sterling K. Brown, Alfie Allen, Thomas Jane, Augusto Aguilera, Jake Busey e Yvonne Strahovski, uscirà nelle sale italiane l’11 ottobre 2018, distribuito da 20th Century Fox Italia.

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