La conferenza di Tramite amicizia, il nuovo film di Alessandro Siani in sala dal 14 febbraio, alla presenza dell’attore e regista napoletano con il resto del cast: Max Tortora, Maria Di Biase, Matilde Gioli e Cecilia Dazzi
Oggi a Roma si è tenuta la conferenza stampa di Tramite amicizia, il nuovo attesissimo film di Alessandro Siani in uscita il 14 febbraio in oltre 500 copie; oltre al regista e attore napoletano era presente il resto del cast composto da Max Tortora, Matilde Gioli, Maria Di Biase, Cecilia Dazzi e Germano Lanzoni. Si è parlato di amicizia ai tempi di social, di valore dell’amicizia stessa ma anche di come questo sentimento nobile e necessario spesso venga sfruttato per fini meno nobili o per convenienza, all’interno del mondo dello spettacolo ma non solo.
Questo è il primo film che giri a Ferrara, questo ha pesato sul tono e sulla poetica del film rispetto alle altre geografie che hai frequentato?
Siani: Quando sono arrivato a Ferrara per studiare le location una signora ci ha fermati e ci ha chiesto come mai fossimo proprio a Ferrara. A me piaceva l’idea di girare in un posto dove ci fosse la serenità e visto che la comicità genera movimento avevo bisogno di un posto non caotico, visto che poi sarebbero arrivati i fuochi d’artificio. Anche quando abbiamo cominciato a girare con il resto della troupe siamo diventati sempre meno troupe e sempre più comunità di amici. Ferrara ci ha accolti, è una città bellissima che non conoscevo e sono stato molto felice del fatto che la produzione me l’abbia in qualche modo suggerita. È stato un colpo di fulmine.
Il tuo cinema si è sempre occupato di tanti argomenti, anche sociali, ma qui il nucleo è l’amicizia.
Siani: Mi ha colpito un articolo che raccontava di un’agenzia che a Tokyo affittava veri e propri amici a tempo, d era il 2015 o 2016. Poi è arrivato il covid che ha cambiato comunque il nostro modo di relazionarci agli altri e ha portato la solitudine all’ennesima potenza e mi colpì un secondo articolo, in cui un ragazzo dichiarava di avere pochi amici e molti like per poi ritrovare la vita una volta spento il telefono. E poi parliamo anche di lavoro, di problemi legati al mondo di lavoro attraverso il personaggio di Max Tortora, posso dire che questo è il film meno favolistico e più realistico che abbia realizzato finora. L’amicizia è una cosa importante e mi fa piacere che i ragazzi possano vederlo e magari prendere qualcosa di utile da questo film, per far rivalutare loro il concetto di amicizia o semplicemente per spingerli a chiedersi cos’è per loro l’amicizia.
In Via Argine 310 ti sei già occupato del caso Whirlpool e quindi del mondo del lavoro. Qual è la differenza principale tra questo approccio in Tramite amicizia e quello precedente su quel documentario?
Siani: Tramite amicizia è comunque una commedia e l’argomento del lavoro viene trattato in maniera meno netta, più laterale ovviamente. Qui, come ho già detto prima, si è scelto un approccio realistico perché il tempo delle favole è finito, però non è finito il tempo per far divertire. I problemi di oggi li conosciamo, dal lavoro che manca alla guerra, però è sempre possibile e necessario trattarli con il tono giusto cercando quando è possibile di far ridere con una comicità intelligente e che sappia parlare dei problemi reali.
(Agli altri attori) Come avete vissuto i vostri personaggi e cos’è per voi l’amicizia?
Gioli: Il mio personaggio, Maya, si trasforma completamente dall’inizio alla fine: da artista di strada un po’ punkettona ad una sorta di Audrey Hepburn che però non è completamente Audrey visto che rimane comunque una milanese imbruttita di cui va molto fiera e di cui anch’io, come Matilde, vado molto fiera. E poi la sua è una trasformazione positiva, da donna disonesta e in un certo insicura a donna che non ha bisogno di imbrogliare per dimostrare quanto vale e per dimostrare di poter essere un’ottima amica, diventando la versione migliore di sé riuscendo a provare amore e sentimenti veri. Mi sono accorta in questi anni di avere un manipolo di ragazzi e ragazze che mi seguono sui social, e spero che questo film possa raccontare loro quanto sia importante staccarsi dagli schermi e affrontare gli altri vis-à-vis con tutte le difficoltà e le scomodità del caso. L’amicizia è fatta anche e soprattutto di questo, e quindi vorrei dedicare a loro il messaggio di questo film.
Di Biase: Io nel film interpreto la cugina del protagonista Lorenzo, Filomena. È una donna di cuore che ama il marito e la famiglia, e quando c’è questa difficoltà si fa venire in mente il piano per salvare la fabbrica insieme a Lorenzo. È un personaggio che mi è molto simile, che sento molto vicino a me perché è comunque un personaggio che si dà molto agli altri e che nonostante tutto agli altri tiene molto. Per me l’amicizia è come la risata, non si può farne a meno nella vita ed è rivoluzionaria. Penso anche non si debbano avere più di 5 o 6 amici, e che sia importante poi magari avere una rete di persone tra le quali eventualmente individuare quella persona che potremo poi definire amico o amica vero/a. Prima in un’intervista mi hanno chiesto cosa volesse dire avere degli amici e io ho risposto che a causa loro ho perso tanti, troppi soldi (ride).
Tortora: Il mio personaggio mi è piaciuto subito, è ben sviluppato e ha tutte le corde che mi piacciono e mi servono come attore. È un personaggio che cresce, si sviluppa e ha anche un suo lieto fine perché diventa molto empatico. L’empatia è fondamentale nell’amicizia e in amore perché vuol dire letteralmente sentire il dolore altrui, e l’amicizia in questo film è trattata con una certa eleganza. Sembra facile parlarne ma non lo è, perché molti amori sono diventati tali perché si sono tramutati in amicizia. Credo che l’amicizia sia un regalo che dobbiamo meritarci perché non è scontata. Io ad esempio ho amici di trenta o quarant’anni che preparano l’amatriciana ogni domenica, con cui vado al cinema o con cui esco a passeggiare però secondo me l’amicizia a volte vuol dire anche semplicemente guardare lo stesso tramonto seduti assieme, senza bisogno di doversi dire delle cose, di parlarsi ma semplicemente condividendo un momento bellissimo che potrebbe non tornare.
Nel film c’è una battuta in cui si afferma che si faccia tutto tramite amicizia in questo paese, è così anche nel mondo dello spettacolo? E nel mondo di oggi conviene essere amico di qualcuno?
Siani: Beh, noi viviamo in un paese in cui anche per farti ricoverare in ospedale c’è bisogno di una raccomandazione, che poi elegantemente si è tramutata in tramite amicizia. Io posso dire che la mia gavetta me la sono sudata, e penso di parlare anche a nome di tutti loro. È una riflessione sulla meritocrazia tramite una battuta, anche se non volevo un film che parlasse di quel tema, però mi dispiace per tutti coloro che si fanno un mazzo così. Purtroppo in tutti i sistemi funziona così, anche solo per trovare un parcheggio, ma il talento entra sempre senza bussare e quando è forte non ha bisogno di nulla perché non c’è amicizia che tenga. Come ad esempio Valeria Angione, una ragazza talentuosissima che avrà una carriera spettacolare e che sono onorato faccia parte del mio film anche se in un piccolo ruolo.
Col successo diventa più difficile individuare amici veri?
Siani: Luciano De Crescenzo una volta scrisse che bisogna basarsi sul minimo della sofferenza e non sul massimo della gioia, anche per l’amicizia. Prima con Max (Tortora) facevamo una battuta: secondo te dura più un amore o un’amicizia? Il mutuo.
Tramite amicizia esce nelle sale il 14 febbraio distribuito da 01 Distribution.