La recensione di Troppo azzurro, film d’esordio di Filippo Barbagallo presentato alla Festa del Cinema di Roma: i dilemmi di una Generazione Z bloccata, in una storia semplice e fresca
Arriva al cinema Troppo azzurro, film d’esordio di Filippo Barbagallo che recita nel ruolo di protagonista accanto ad Alice Benvenuti, Martina Gatti e la partecipazione di Valerio Mastandrea e Valeria Milillo. Una storia semplice e fresca, che prova a raccontare i dilemmi di una Generazione Z bloccata, presentata alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle.
Un’estate romana, tra amici e amore
Dario (Filippo Barbagallo), 25 anni, è aggrappato al suo equilibrio da adolescente: vive ancora a casa con i suoi genitori Franco e Paola (Valerio Mastandrea e Valeria Milillo) e ha lo stesso gruppo di amici dal liceo, tra cui l’insostituibile Sandro (Brando Pacitto). Quando nel torrido agosto romano inizia a frequentarsi prima con Caterina (Alice Benvenuti), una ragazza conosciuta per caso al Pronto Soccorso, e poi con Lara (Martina Gatti), la ragazza “irraggiungibile” che ha sempre amato, dovrà scegliere se restare nella sua comfort zone o lasciarsi finalmente andare.
Esordio alla regia
Filippo Barbagallo scrive, dirige ed interpreta Troppo azzurro, lungometraggio che segna il suo esordio alla regia. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Freestyle, il film ha come protagonista la Generazione Z formata da quei ventenni/trentenni che fanno sempre più fatica a lasciarsi andare. Bloccati, frastornati, troppo spaventati per lasciare il nido. Legami sentimentali che spaventano, routine ormai consolidate che si fa fatica a rovesciare. Questo e altro ancora trova spazio nella pellicola, che non ha l’ambizione di dare spiegazioni ma desidera solamente mostrare uno spaccato della società di oggi.
“Il tono di una conversazione fra amici”
La sceneggiatura è lineare e semplice, per un racconto che abbraccia una calda estate romana vista attraverso gli occhi del giovane Dario. C’è sicuramente spazio per l’amore, ma il ragazzo è più bravo a scappare che non a godersi fino in fondo le esperienze che la vita gli propone. “Mi piaceva l’idea di raccontare una storia che avesse il tono di una conversazione fra amici. In cui non si ha la pretesa di sorprendere a tutti costi, né di spiegare qualcosa, in cui si sdrammatizza per non annoiare e anche un po’ per pudore. […]
Ho scritto la sceneggiatura con quest’idea in testa”, ha dichiarato lo stesso Barbagallo.
Formati diversi che sospendono l’attimo
A livello tecnico, il cineasta gioca con inquadrature e formati. È così che diminuisce i margini per adattarsi allo schermo dello smartphone o fraziona lo schermo per valorizzare un romantico risveglio di coppia. Ogni formato si adatta così ad un diverso momento, sospendendolo per qualche istante in più senza tuttavia snaturare l’atmosfera scanzonata che si percepisce durante tutto il film. Scanzonata sì, ma non superficiale: Troppo azzurro vuole mostrare il disagio di una generazione fin troppo coccolata e lo fa in modo chiaro, senza aggrapparsi ad alcun artificio o metafora, per un esordio dal sapore autentico.
TITOLO | Troppo azzurro |
REGIA | Filippo Barbagallo |
ATTORI | Filippo Barbagallo, Alice Benvenuti, Martina Gatti, Brando Pacitto, Valerio Mastandrea, Valeria Milillo |
USCITA | 9 maggio 2024 |
DISTRIBUZIONE | Vision Distribution |
3 stelle e mezza