Un altro Ferragosto, recensione: Paolo Virzì gira un sequel più cupo, più cattivo, più centrato

Un altro Ferragosto - Ema Stokholma, Agnese Claisse, Laura Morante, Silvio Orlando e Andrea Carpenzano (foto di Paolo Ciriello)
Un altro Ferragosto - Ema Stokholma, Agnese Claisse, Laura Morante, Silvio Orlando e Andrea Carpenzano (foto di Paolo Ciriello)

La nostra recensione di Un altro ferragosto, il sequel dopo 28 anni di Ferie d’agosto sempre diretto da Paolo Virzì con Silvio Orlando, Laura Morante, Sabrina Ferilli, Christian De Sica e Vinicio Marchioni: si torna a Ventotene, ma il tempo della spensieratezza è finito

A volte ritornano per Un altro Ferragosto, meglio se più incazzati, cupi o più cattivi di prima. Devono averlo pensato anche Paolo Virzì assieme al fido fratello Carlo e all’altrettanto fido Francesco Bruni quando hanno deciso di scrivere un sequel dell’ormai cult Ferie d’agosto, 28 anni dopo il misfatto e con gran parte del cast originale che è ritornato in pompa magna esclusi ovviamente gli indimenticati Piero Natoli ed Ennio Fantastichini. Il risultato di questo ritorno è una pellicola sorprendentemente mortifera e spietata, forse anche più a fuoco e centrata di quella originale perché sa coglierne meglio lo zeitgeist raccontandolo con i toni di una commedia amarissima ma anche un po’ dolce.

Un altro Ferragosto - Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni (foto di Paolo Ciriello)
Un altro Ferragosto – Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni (foto di Paolo Ciriello)

Ritorno a Ventotene

In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro
Molino (Silvio Orlando) trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia (Laura Morante) gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino (Andrea Carpenzano) è un 26enne imprenditore digitale che torna a Ventotene col marito, per radunare i vecchi amici intorno al padre morente e regalargli un’ultima vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel) col fidanzato Cesare (Vinicio Marchioni): quella ragazzina goffa è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari politici.

Un altro Ferragosto - Laura Morante (foto di Paolo Ciriello)
Un altro Ferragosto – Laura Morante (foto di Paolo Ciriello)

L’estate è finita

Quanto dolore c’era in Ferie d’agosto che forse non siamo riusciti a comprendere fino in fondo. O forse non lo aveva del tutto compreso neanche Virzì stesso, perché la stagione raccontata 28 anni fa da un piccolo film capace di assurgere allo status di culto non era semplicemente quella estiva. Era quella Italiana, politica, sociale, culturale, economica. E tutto quel dolore, quella malinconia, quel retrogusto amaro portati da chi è rimasto infelice, da chi non ce l’ha fatta, da chi ha perso sono tutti concentrati in questo Un altro Ferragosto. Che è sì di base una commedia, come lo era il primo capitolo, ma dolentissima, tagliente, spietata e perfino un po’ cinica.

Lo capiamo fin da subito che stavolta l’estate è davvero finita, dal momento in cui ritroviamo dopo quasi tre decenni Sandro Molino e la moglie Cecilia. Li vediamo che sono stanchi, lui sembra quasi un vegetale ancorato ad una vita che sta per sfuggirgli via di mano e soprattutto ad un passato che idealizza, che celebra nelle vesti dei tanti esuli che a Ventotene finirono perché oppostisi al regime fascista, ma anche perché incapace di dialogare con il presente, di comprenderlo. Un presente che ha il volto di suo figlio Altiero, scappato negli Stati Uniti dopo aver lasciato l’università e lì diventato straricco grazie ad un app, con un marito che è la perfetta rappresentazione della cultura woke.

Ma in questa storia i Mazzalupi, che sono l’altra faccia della medaglia e dell’ideologia, non stanno mica tanto meglio. C’è il matrimonio di Sabry con Cesare, fascistone interpretato da un bravissimo Vinicio Marchioni a cui piacciono i soldi e le views su Instagram ma con una bella e inaspettata intimità che scopriremo solo nel finale, c’è Marisa che ha ancora il volto di una misurata Sabrina Ferilli qui fidanzatasi con un altro perdente, l’ennesimo di nome Pierluigi (De Sica forse nel ruolo migliore della sua carriera). Tutti alla ricerca di una felicità impossibile perché ormai scappata via, forse per sempre, tutti che cercano nell’effimero ciò che gli è impedito di trovare nel reale. 

Un altro Ferragosto - Paola Tiziana Cruciani, Christian De Sica, Sabrina Ferilli (foto di Paolo Ciriello)
Un altro Ferragosto – Paola Tiziana Cruciani, Christian De Sica, Sabrina Ferilli (foto di Paolo Ciriello)

Tragedia e commedia nella memoria

Un altro Ferragosto è però, prima di tutto, un film sull’importanza del ricordo o meglio della memoria. Quella sociale e politica, quella storica, quella culturale. Quella che viene richiamata costantemente dai lampi del film originale, piccoli e improvvisi flashback sui volti, i momenti di quell’estate del ’96, ma anche dal bianco e nero delle scene in cui ci ritroviamo nella Ventotene fascista, con gli esuli e gli intellettuali soppressi dalla dittatura della sopraffazione e dell’ignoranza. Ed è forse così diversa quella sopraffazione da un matrimonio barocco e senz’amore, nato e destinato a morire sulle rovine di un profilo Instagram? O di un padre morente attaccato al passato ma distaccato dal presente?

E però in Un altro Ferragosto tutti i personaggi sembrano costantemente prede di un martirio senza fine, di un tempo patrigno che li spinge al rimorso se non addirittura al rimpianto e che non dà loro di comprendere i cambiamenti nelle proprie vite. Soprattutto i  personaggi più anziani, i padri e le madri, i figli e le figlie ormai cresciuti con i loro sogni infranti e un posto nel mondo che non è mica poi così tanto chiaro e definito, tutt’altro. Ecco, nei loro confronti Virzì non mostra nessuna pietà o forse solo pochissima ed è questo forse il merito più grande di questo suo ultimo lavoro. 

Perché nel ballo goffo e tragico di Christian De Sica e Laura Morante durante la festa di matrimonio, o nel monologo (esilarante e amarissimo) di Emanuela Fanelli, o ancora nel rapporto commovente e pieno di non detti tra il padre Orlando e il figlio Carpenzano sono nascoste le pieghe di un tempo che è ormai finito, di due (o forse tre) generazioni perdute, di un Paese che non ha nessuna possibilità di salvarsi perché è incapace di ricordare, di fare tesoro dei propri errori, di scendere a patti con le proprie meschinità. E se c’è una speranza allora sta proprio nei ragazzini come Tito, che ha voglia di sapere, che segue Sandro come un’ombra, che si appassiona alla storia e a ciò che siamo stati.

Virzì si risolleva dopo i tonfi dei suoi ultimi lavori e ci consegna uno dei suoi migliori film in carriera. Un altro Ferragosto è esilarante e tragico, ce l’ha con tutti e non risparmia nessuno, destra o sinistra, cultura woke o neofascismo, sacro e profano; i Molino e i Mazzalupi sono ancora lì a Ventotene, in attesa che possa ricominciare una nuova estate mentre assistono impotenti ad un paese che si sgretola.

TITOLO Un altro Ferragosto
REGIA Paolo Virzì
ATTORI Silvio Orlando, Laura Morante, Sabrina Ferilli, Paola Tiziana Cruciani, Rocco Papaleo, Gigio Alberti, Christian De Sica, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Andrea Carpenzano, Agnese Claisse, Anna Ferraioli Ravel, Ema Stokholma, Milena Mancini, Lorenzo Balducci
USCITA 7 marzo 2024
DISTRIBUZIONE 01 Distribution
VOTO:

Quattro stelle

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