Un anno difficile, recensione: dai registi di Quasi amici, una commedia brillante dai contorni ambientalisti

La recensione di Un anno difficile, la nuova commedia dell’ormai consolidato duo francese Nakache-Toledano con Pio Marmaï, Jonathan Cohen, Noémie Merlant e Mathieu Amalric

Un anno (davvero) difficile

Albert e Bruno (Pio Marmaï e Jonathan Cohen), due simpatici scrocconi sempre al verde, nel tentativo di imbucarsi a un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un gruppo di eco-attivisti. Tra inganni, maldestri sotterfugi e sgangherate azioni di protesta, per i due amici sarà forse l’occasione di redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite.

Olivier Nakache ed Éric Toledano

Presentato in anteprima italiana al 41º Torino Film Festival, Un anno difficile rappresenta l’ottava collaborazione tra Olivier Nakache ed Éric Toledano. Il duo ormai consolidatissimo si dimostra ancora una volta affiatato, ispirato e con qualcosa da raccontare. Se il loro successo è legato soprattutto a Quasi amici del 2011, è doveroso citare anche C’est la vie – Prendila come viene (qui la nostra recensione) del 2017 e The Specials – Fuori dal comune del 2019 (qui la nostra recensione).

Stavolta la commedia prevale nettamente sul dramma, nonostante le sfumature di colore non manchino. A darle è la tematica ambientalista/climatica, che spinge a riflettere nonostante i toni quasi farseschi con la quale viene approcciata.

Cast eccellente

Proprio come nei titoli sopraccitati, Un anno difficile può contare prima di tutto su un cast validissimo in cui i protagonisti Pio Marmaï e Jonathan Cohen trovano il supporto di nomi quali Noémie Merlant, Grégoire Leprince-Ringuet, Luàna Bajrami e il tre volte vincitore del Premio César Mathieu Amalric per i personaggi secondari. La qualità delle interpretazioni è lampante, sostenuta da un buon ritmo narrativo dato tanto dalle battute quanto dalle situazioni che si vengono a creare.

La causa climatica

Le riprese svolte tra l’Ile-de-France e la Valle della Loira hanno un notevole appeal. Ciò si sposa egregiamente con la causa ambientalista in cui si ritrovano invischiati i due maldestri Albert e Bruno. Olivier Nakache ed Éric Toledano hanno incontrato diversi attivisti climatici prima di realizzare il film – alcuni di loro sono stati persino utilizzati come comparse nelle scene di gruppo – e questo approfondimento probabilmente ha contribuito alla credibilità di una storia che funziona egregiamente sotto ogni aspetto.

4 stelle