La recensione di Una donna promettente, opera prima di Emerald Fennell con una straordinaria Carey Mulligan: umorismo nero e un climax adrenalinico per una revenge story che porta acqua al mulino del Me too
Una donna promettente
Tutti consideravano Cassie (Carey Mulligan) “una giovane donna promettente”, fino a quando un misterioso evento ha fatto improvvisamente saltare tutti i piani per il futuro. Dopo aver lasciato la scuola di specializzazione in medicina, Cassie non sembra interessata né ad una scalata sociale né a sposare l’uomo giusto. Piuttosto, preferisce passare le sue giornate nella caffetteria nella quale lavora, insieme alla collega Gail (Laverne Cox). Il discorso cambia, però, di notte. Bionda, bellissima e dotata di un’intelligenza feroce, conduce infatti una doppia vita dai contorni decisamente violenti. Ma l’incontro inaspettato col chirurgo pediatrico Ryan (Bo Burnham), un vecchio compagno di scuola, potrebbe concedere a Cassie la possibilità di correggere gli errori del passato.
Strepitosa Carey Mulligan
Una donna promettente è un progetto brillante che colpisce per le numerose sfumature che riesce ad inglobare – tutte in maniera più che convincente. Folle come un Joker in gonnella ma seducente come solo una donna può essere, la protagonista ha tutte le carte in regole per essere ricordata nel tempo. Aiutata quindi da un personaggio già di per sé memorabile, la candidata all’Oscar Carey Mulligan mette in campo una delle sue migliori interpretazioni e cattura l’attenzione dal primo all’ultimo fotogramma. Buona anche la sua controparte maschile, costituita dall’attore comico Bo Burnham, che però non può certo essere definito un “co-protagonista”. C’è spazio per una sola star nel film, e questa è senza dubbio la complessa e imprevedibile Cassie.
Sceneggiatura impeccabile
Emerald Fennell, alla sua prima volta dietro la macchina da presa, si cimenta in un mix esplosivo in cui thriller, umorismo nero, commedia, vendetta, sentimento e violenza si sovrappongono in modo ineccepibile. La sceneggiatura appare coerente con i suoi stessi intenti e appare guidata da un’idea ben precisa che non viene mai abbandonata. Ma sono diversi gli elementi che si fanno notare. In primis i costumi, parte integrante della storia, che permettono alla Mulligan di poter sedurre in modo convincente qualsiasi tipo di uomo (dall’Hippie al Business man). Dotata di carattere anche la cover strumentale di Toxic di Britney Spears, opera di Anthony Willis, perfetta per accompagnare in modo “pop” il climax ascendente delle notti brave di Carrie.
Una vera storia di donne
In pieno Me too, impossibile non pensare che Una donna promettente sia figlia dei medesimi ideali. Se non altro per la presenza di una regista (donna) con le idee chiare e di una protagonista (vendicativa e magnetica) che tiene saldamente le redini del gioco. La pellicola stupisce per i suoi repentini cambi di registro e per i continui capovolgimenti di fronte, così che lo spettatore resti davvero sorpreso per le pieghe prese puntualmente dalla storia. L’unica certezza, semmai, è che ad amministrare le cose ci sia sempre e soltanto una donna. Dunque, spettatore avvisato mezzo salvato: meglio non credere a nient’altro, né fare affidamento su un uomo (men che mai sul povero Ryan).
Una donna promettente è una produzione LuckyChap Entertainment – società guidata, tra gli altri, da Margot Robbie – ed è distribuito da Focus Features. Numerose le candidature arrivate dai Golden Globe 2021: Miglior film drammatico, Miglior regia (Emerald Fennell), Miglior attrice in un film drammatico (Carey Mulligan) e Miglior sceneggiatura (Emerald Fennell). Nel cast anche Alison Brie, Connie Britton, Adam Brody, Jennifer Coolidge, Max Greenfield, Christopher Mintz-Plasse, Chris Lowell, Sam Richardson, Molly Shannon e Clancy Brown.