Seberg racconta con l’incubo vissuto dalla famosa attrice Jean Seberg: diretta da Benedict Andrews, Kristen Stewart ha indossato efficacemente i panni della celebrità annientata dall’Fbi negli anni ’70.
Cointelpro
Seberg racconta la storia vera di Jean Seberg (interpretata da Kristen Stewart), diventata un’attrice di successo negli anni ’60-’70 dopo aver lavorato con Otto Preminger. Divisa tra Parigi e Los Angeles, sposa la causa nera di Hakim Jamal (Anthony Mackie) – col quale intrattiene una liaison sentimentale – e finanzia le Black Panther. A quel punto l’artista finisce nel mirino dell’Fbi e viene spiata illegalmente all’interno del programma Cointelpro. La sorveglianza sempre più serrata dei servizi segreti finisce col minare la sua salute mentale: Jean diventa sospettosa, si sente seguita o monitorata, soffre di manie di persecuzione e non solo. Ad assisterla il marito (presto ex) Romain Gary (Yvan Attal) e l’agente Jack Solomon (Jack O’Connell), che comincia a rendersi conto dei soprusi attuati dal progetto. Un destino segnato, che si concluderà nella maniera più tragica.
Black Panthers e diritti civili
Riscoprire i fatti che hanno caratterizzato la vita (e la morte) di Jean Seberg è un processo stimolante e al tempo stesso toccante. L’attrice, venerata in Francia ma apprezzata anche a Hollywood, fu sottoposta ad un monitoraggio continuo da parte dell’Fbi a causa del suo impegno civile e politico. Finanziare le Black Panther che lottavano per i diritti dei neri d’America sembrò scomodo e inopportuno, ma soprattutto la mise al centro di un vortice inarrestabile fatto di appostamenti davanti casa, microfoni, microspie, cineprese, telecamere e violazioni di domicilio. Alla fine del film resta da chiedersi se davvero sia tutto ammissibile e se i social non avvicino, in qualche modo, le persone a questo tipo di violenza. Eloquente, come risposta a tale interrogativo, il biglietto lasciato dalla stessa Jean prima di suicidarsi: “Forgive me. I can no longer live with my nerves” (trad. “Perdonatemi. Non posso più vivere con i miei nervi”). Quei nervi che proprio i servizi segreti avevano portato all’esasperazione, oltre ogni umana sopportazione.
“Come Jean, ho sentito anch’io il desiderio di essere accettata”
Come dichiarato dalla protagonista Kristen Stewart nel corso della conferenza stampa di presentazione a Venezia 76, ‘verità’ e ‘onestà’ hanno rappresentato due valori fondamentali per rendere giustizia al personaggio di Jean Seberg. “Ho cercato di essere me stessa. Questo non è un film di tipo commerciale ma conoscendo la storia del personaggio ho sentito anch’io il desiderio di essere accettata. Lei voleva lavorare in questo modo, non tutte le attrici volevano essere guardate come lei. Jean invece sembrava dire ‘Guardatemi, sono vera’”, ha affermato la star di Twilight e Charlie’s Angels. In questa luce si spiega la performance della Stewart, capace di mostrarsi capricciosa ma al tempo stesso estremamente generosa e determinata. Il look della Seberg, un taglio cortissimo e biondissimo, si adatta alla perfezione alla sua bellezza androgina e attira l’attenzione ad ogni sguardo.
Tante storie da raccontare
La regia scelta da Benedict Andrews e supportata dalla sceneggiatura di Anna Waterhouse e Joe Shrapnel si sofferma su tanti personaggi e su altrettante storie. Jean Seberg è al centro degli avvenimenti ma interagisce con innumerevoli situazioni e persone anche molto distanti l’una dall’altra. Il legame con Hakim Jamal è dirompente e scatena nell’attrice un profondo desiderio di giustizia, ma la storia non trascura nemmeno quello – forse più paterno – col marito Romain Gary. Importante anche l’agente Solomon, un personaggio bivalente che comincia il programma Cointelpro per poi rendersi conto che non tutto ciò che fa è giusto. Spiare la Seberg lo mette a disagio con se stesso e con i suoi valori, senza contare che mette in crisi il suo matrimonio. C’è persino una certa vicinanza tra Jean e la moglie di Hakim, Dorothy. Le due donne si ‘incontrano’ sul tema delle Black Panther ma si ‘scontrano’ per ovvie ragioni di cuore, culminando in un confronto acceso ben interpretato dalla Stewart e da Zazie Beets. Insomma, i microcosmi che si mettono in rotta di collisione nel plot sono numerosi e la bravura del cast – sia di quello artistico che di quello tecnico – sta proprio nel portare avanti ogni livello con cognizione di causa, senza lasciare nulla in sospeso ma dando piuttosto al pubblico una visione completa.
Seberg è stato presentato fuori concorso alla 76ª Mostra del cinema di Venezia. Nel cast anche Margaret Qualley, Vince Vaughn e Stephen Root.