Alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 vince Luca Guadagnino per la regia di Bones and All, mentre il Leone d’Oro va al doc All the Beauty and the Bloodshed; Coppa Volpi a Colin Farrell e Cate Blanchett, premiati anche Diop, Panahi, McDonagh e Vera Gemma
Si è conclusa la Mostra del Cinema di Venezia 2002. La cerimonia di premiazione della 79ª edizione è stata condotta dalla madrina Rocío Muñoz Morales, che ha ricordato le sale del Lido finalmente piene dalla mattina alla sera e senza distanziamento, definendola “l’edizione che ha brillato per straordinaria normalità“.
In apertura di serata l’esibizione del violoncellista Hauser dei 2Cellos, che ha eseguito una sua personale versione del brano Historia de un amor di Arturo “Chino” Hassán. Venendo ai premi, la Giuria internazionale presieduta da Julianne Moore ha assegnato, con qualche sorpresa, quelli del palmares ufficiale.
Venezia 79, trionfa All the Beauty and the Bloodshed
Il Leone d’Oro di Venezia 79 è andato al documentario All the Beauty and the Bloodshed (Tutta la bellezza e il dolore) del premio Oscar Laura Poitras, documentario sulla vita e la carriera della fotografa statunitense Nan Goldin e sulla sua lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria della società farmaceutica Purdue Pharma, ritenuta responsabile delle migliaia di morti per overdose di ossicodone negli Stati Uniti.
Dice la regista: “Non possiamo guardare questo documentario e non pensare al fatto che attualmente il personaggio è in prigione. Vorrei che tutti facessimo quello che è in nostro potere per far rilasciare tutti i registi che sono imprigionati in giro per il mondo. Ringrazio Diane che mi ha sostenuto nei miei alti e bassi per quasi 20 anni, purtroppo è venuta a mancare e quindi non è qui questa sera. E poi Nan, che non può essere qui perché si sta occupando di una retrospettiva che verrà inaugurata alla fine di ottobre e quindi tornare e continuare a lavorare, che è ciò che ha fatto per oltre cinque decadi. Io ho conosciuto tantissime persone coraggiose nella mia vita, ma mai nessuno come Nan, che è riuscita a combattere questa famiglia davvero spietata, responsabile di decine e decine di morti. Ha deciso proprio di affossare questa famiglia insieme all’organizzazione che guidava, e quindi io non ho il coraggio che Nan ha avuto, ossia riuscire a scavare nel profondo della sua anima e condividere cose con noi e con il pubblico che la maggior parte delle persone non condividono neanche con le persone a loro più vicine, figuriamoci con un pubblico così ampio. Quindi questo premio è con Nan, è per lei. Spero che in questo momento ci stia guardando. Lunedì sarà il suo compleanno e quindi lo porteremo proprio a lei“.
Il Gran Premio della Giuria va a Saint Omer di Alice Diop che incensa la presidente di giuria Julianne Moore. Poi prosegue “Quando giravo il film leggevo tutte le sere un libro che leggevo tutte le sere e che mi dava la forza, Sister Outsider della poetessa Audre Lorde: parlando delle donne di colore diceva ‘il nostro silenzio non ci proteggerà’ e io quindi voglio dire questa sera che noi ‘non taceremo più‘”. Il film della Diop si aggiudica anche il Leone del Futuro – Premio Luigi De Laurentiis per il miglior debutto.
Il Leone d’Argento per la miglior regia va a Luca Guadagnino per Bones and All che, visibilmente emozionato, ringrazia il direttore “io non sarei qua stasera se non fosse per Alberto Barbera, che protegge i cineasti” poi ricorda “Fare film è sempre stata la mia vita da quando avevo 8 anni facevo degli esperimenti in super 8, l’ho sempre fatto in libertà e nel rischio ed ho avuto sempre grandi compagni di avventura, e alcuni sono qui stasera, grazie ragazzi. Bones and All esiste come un matrimonio speciale tra l’Italia e l’America, e per questo il cinema che non conosce geografia, non conosce confini. Voglio ringraziare la giuria, perché voi credete davvero che ci sia un posto nel mondo per i mostri” e dedica il premio ai registi Panahi e Rasoulof “arrestati dal governo iraniano per sovversione… e allora viva loro, viva la sovversione e viva il cinema“.
La Coppa Volpi per il miglior attore va a Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), con buona pace di Brendan Fraser e la sua intensa interpretazione in The Whale (magari si rifarà agli Oscar). Farrell, tornato a Los Angeles per motivi lavorativi, ha ringraziato in collegamento video dalla cucina del suo agente, con il premio ritirato dal regista del film Martin McDonagh. L’attore ringrazia: “È stata una settimana eccezionale, un premio inaspettato, è davvero meraviglioso, un momento molto speciale. Grazie al mio amico Martin McDonagh per questa sceneggiatura meravigliosa, abbiamo girato questo film insieme in Irlanda sulla costa occidentale ed è stato quasi un ritrovo tra amici e familiari. Abbiamo condiviso moltissimo ogni giorno, e quindi sicuramente il nostro desiderio di essere amati, di amare, di avere questa amicizia e anche il sentimento di appartenenza sono tutti valori che volevamo condividere con voi in questo film. È la seconda volta che lavoriamo insieme e davvero ne sono molto grato. Ringrazio anche Brendan Gleeson, è il secondo film che giro con lui, lo conosco da molti anni, siamo amici e questa è un’amicizia che mi ha cambiato la vita. Grazie per la tua onestà, grazie soprattutto per avermi dato il coraggio di raccontare questa verità e di condividere questo lavoro che è una fonte di ispirazione, non soltanto per me che sono un attore, ma anche per tutti coloro che lo vedranno e quindi sono davvero lieto di condividere questo premio con tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo film (sollevando a mo’ di premio un casco di banane). Davvero grazie dal profondo del mio cuore“.
La Coppa Volpi per la miglior attrice se l’aggiudica Cate Blanchett per la sua interpretazione di direttrice d’orchestra in Tár. Battuta come da pronostico Penélope Cruz. L’attrice ringrazia, il festival ma anche in particolare il suo regista Todd Field: “La cosa meravigliosa di questo festival è che invita il pubblico di nuovo nelle sale e siamo tutti così meravigliati da questi film, ne ho visti diversi che mi hanno colpita e ci sono state delle performance incredibili. Grazie al pubblico che è qui a Venezia che ci ha accolto ed ha accolto questo film. Sono qui grazie al lavoro che ho fatto con una squadra meravigliosa, grazie a Nina Hoss che adoro davvero, e poi l’Orchestra di Dresda e poi sicuramente non sarei qui con questa coppa, nella quale berrò tantissimo vino rosso – e non sto scherzando -, senza una sceneggiatura incredibile ed un regista meraviglioso; io ho avuto la fortuna di averli entrambi e questo appartiene anche a Todd Field, che è stato lontano dagli schermi per 16 anni e quindi sono così felice che tu sia tornato a fare film. Questa esperienza mi ha davvero cambiato enormemente la vita, non solo come attrice, ma come essere umano. Un grande regista sa dove porre la macchina da presa e Todd lo sa fare ogni secondo di ogni singolo giorno. E quindi grazie per questa esperienza che è stata e continua ad essere straordinaria“. Dopo i ringraziamenti ai familiari (suoi e di Field) la Blanchett conclude: “Vorrei ringraziare le persone nel mondo che fanno musica, musica meravigliosa che ci ispira e che ci ha aiutato a vivere soprattutto negli ultimi due anni, e in particolare persone che fanno arte e che lasciano da parte il loro ego per cercare di creare qualcosa di magnifico, e Todd sei uno dei pochi che riesce a farlo, quindi grazie, davvero un onore enorme“.
Il Premio Speciale della Giuria va a Gli orsi non esistono (No Bears) di Jafar Panahi, ritirato dai protagonisti Mina Kavani e Reza Heydari, visto il divieto di lasciare il paese imposto al regista dalle autorità iraniane: “Ci battiamo per il potere del cinema e siamo qui per Jafar Panahi“, dice la Kavani, ottenendo la standing ovation della platea.
Il Premio per la miglior sceneggiatura va a Martin McDonagh per Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), che ringrazia definendola la degna conclusione della “settimana perfetta nel festival più importante del mondo“.
Il Premio Marcello Mastroianni per il miglior attor giovane va a Taylor Russell, protagonista femminile di Bones and All di Luca Guadagnino, in cui interpreta una giovane cannibale alla ricerca di sua madre. Lei ringrazia il suo regista: “Sicuramente non sarei qui se Luca non mi avesse vista in un momento in cui pensavo che nessuno sarebbe riuscito a vedermi, è stato davvero un carissimo amico per me, gli voglio davvero moltissimo bene“.
Orizzonti, sorpresa Vera Gemma
Nella sezione Orizzonti il miglior film è l’iraniano World War III di Houman Seyedi, che vede premiato come miglior attore il suo protagonista Mohsen Tanabandeh, ma le attenzioni sono tutte per l’inaspettata doppietta del documentario Vera, che ottiene il premio per la miglior regia di Tizza Covi e Rainer Frimmel, e soprattutto quello per la migliore attrice a Vera Gemma, che commossa ringrazia i due registi e sprona “Vorrei dire a chiunque possieda un sogno di non arrendersi“, per poi chiudere dedicando il premio “ai due uomini più importanti della mia vita: mio figlio Maximus e il mio bellissimo papà Giuliano Gemma“.
Il Premio Speciale della Giuria va al polacco Bread and Salt di Damian Kocur, e quello per la miglior sceneggiatura al cileno Fernando Guzzoni per Blanquita. Il miglior cortometraggio è Snow in September della mongola Lkhagvadulam Purev-Ochir, che sarà anche il corto in nomination per gli EFA 2022. Per Orizzonti Extra il Premio degli spettatori – Armani Beauty va a Nezouh del siriano Soudade Kaadan.
Infine per Venezia Classici il miglior documentario sul cinema è Fragments of Paradise di KD Davison, mentre il miglior film restaurato è il giapponese La farfalla sul mirino di Seijun Suzuki del 1967.