Conclusa la Mostra del Cinema di Venezia 2024, con il Leone d’Oro a Pedro Almodovar per La stanza accanto; Gran premio della giuria all’italiano Vermiglio, Coppa Volpi a Nicole Kidman e Vincent Lindon, ecco tutti i vincitori
Si è conclusa la cerimonia di premiazione della Mostra del Cinema di Venezia 2024. A fare gli onori di casa per questa 81ª edizione la madrina Sveva Alviti.
La giuria presieduta da Isabelle Huppert e composta da James Gray, Andrew Haigh, Agnieszka Holland, Kleber Mendonça Filho, Abderrahmane Sissako, Giuseppe Tornatore, Julia von Heinz, Zhang Ziyi, ha assegnato il Leone d’Oro a La stanza accanto (The Room Next Door) di Pedro Almodovar. Il film vede due amiche, interpretate da Tilda Swinton e Julianne Moore, rincontrarsi dopo tanti anni, con la prima ormai malata che decide di ricorrere all’eutanasia.
Sul palco l’applauditissimo regista spagnolo ringrazia parlando del suo film e dell’eutanasia: «Si parla non solo della solidarietà senza limiti di Julianne, ma anche della decisione di Tilda di terminare la sua vita quando questa le offre solo un dolore senza soluzione. Credo che questo sia un diritto fondamentale di qualsiasi persona, non un tema politico, ma umano e tutti i governi devono dare la possibilità di scegliere, devono informare e disporre delle leggi e dei regolamenti necessari per poter prendere una decisione. Se questo va contro a qualche credo o religione chiedo che rispettino e non intervengano nelle decisioni individuali. L’essere umano deve avere la libertà di vivere e di morire quando la vita diventa insopportabile».
Il Leone d’Argento Gran Premio della giuria va a Vermiglio di Maura Delpero «Questo film è nato da un sogno, non sapevo che sarebbe finito in un sogno così».
Il Leone d’Argento per la miglior regia se lo aggiudica Brady Corbet per The Brutalist, che è stato forse il miglior film di questa Venezia 81, lunga epopea (3 ore e mezza di durata) dell’architetto ebreo Laszlo Toth, interpretato da Adrien Brody. Il regista ringrazia tutti.
La Coppa Volpi per la miglior attrice è andata a Nicole Kidman per Babygirl, che ha battuto la favorita Tilda Swinton. Nel film l’ex signora Cruise, nei panni di una dirigente d’azienda, è alle prese con i bollenti ricatti di un neo assunto arrivista e belloccio, interpretato da Harris Dickinson. Al posto della Kidman ha ritirato il premio la regista del film Halina Reijn: «Oggi sono arrivata a Venezia per scoprire poco dopo che mia madre Janelle Ann Kidman è mancata. Sono shockata e devo quindi tornare dalla mia famiglia, ma questo premio lo dedico a lei che mi ha guidata, mi ha creata e sono veramente grata nel poter dire a tutti voi il suo nome. In questo momento il mio cuore è in pezzi».
Coppa Volpi per il miglior attore a Vincent Lindon, dolente padre di Benjamin Voisin in The Quiet Son, che dimostra il suo amore incondizionato per il giovane figlio anche quando finisce in un brutto giro di fasci razzisti, mettendo a rischio il suo futuro. L’attore francese «Sono davvero emozionato e commosso. Un premio che ho sognato per molto tempo e che cambierà il corso della mia vita. Grazie Isabelle, grazie Isabelle e tutti i giurati». Ringrazia poi i due attori che interpretano i figli «sono io che ho imparato da voi».
Premio speciale della Giuria ad April di Dea Kulumbegashvili, che racconta degli aborti clandestini in Georgia. Miglior sceneggiatura al film I’m Still Here di Walter Salles. Paul Kircher è premiato con il Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore nel film And Their Children After Them.
Orizzonti, trionfano il film su Ceaușescu e Familiar Touch
Per la sezione Orizzonti, a vincere come miglior film è The New Year That Never Came di Bogdan Moresanu, che racconta gli ultimi giorni del regime di Ceaușescu: «È stato molto difficile realizzare questo film, con 42 attori e in molte location» e dedica il premio «a tutti gli esseri umani che in questo momento cercano dignità e libertà».
Miglior regista è Sarah Friedland per Familiar Touch, che si aggiudica anche il Leone del futuro per la miglior opera prima. Lei ringrazia i pensionati che le hanno aperto la porta per raccontarle le loro storie, e da americana-ebrea esprime «La mia solidarietà al popolo della Palestina alla loro lotta per la liberazione».
Il premio per il miglior attore va, meritatissimo, a Francesco Gheghi per Familia, che commosso sul palco ringrazia il cast, la famiglia e il vero Gigi Celeste «Grazie per il coraggio di aver condiviso il tuo dolore e la tua storia».
Miglior attrice è Kathleen Chalfant per Familiar Touch che, in un ottimo italiano, ringrazia «Il nostro lavoro è collaborativo, voglio condividere il premio con la nostra giovane regista, la crew, i produttori» e prosegue fino alla truccatrice «che ogni giorno mi ha fatto delle sopracciglia incredibili», con dedica finale a «tutti quelli che vivono in Palestina possano avere una vita di pace, libertà e giustizia».
Premio speciale della giuria per Uno di quei giorni quando Hemme muore di Murat Fıratoğlu. Il premio per la sceneggiatura va a Scandar Copti per Happy Holydays; il regista, in collegamento, ricorda la situazione a Gaza e aggiunge «non siamo liberi finché tutti non potremo essere liberi da qualsiasi oppressione, che sia politica o no».
Miglior cortometraggio Who Loves the Sun di Arshia Shakiba, che racconta gli orrori della infinita guerra in Siria. Il premio del pubblico di Orizzonti Extra va a The Witness dell’iraniano Nader Saeivar, scritto con Jafar Panahi, che lo dedica alle donne iraniane.
Venezia Classici, premiato Nanni Moretti
Per Venezia Classici premiato Nanni Moretti per il restauro del suo Ecce Bombo, che dal palco ringrazia per il «premio sproporzionato», lanciando l’appello ai produttori sul nuovo tax credit «Dovremmo essere più reattivi sulla nuova, pessima, legge sul cinema».
Chain Reaction di Alexandre O. Philippe, incentrato sul cult movie Non aprite quella porta di Tobe Hooper, vince come miglior documentario sul cinema.