A Vincenzo Incenzo va il Premio Lunezia Canzone d’autore 2024 per Ti Perdi, brano contenuto nell’ultimo album #Pace
Venerdì 20 dicembre a La Spezia, presso il Teatro Civico, Vincenzo Incenzo, cantautore, autore per i più grandi artisti italiani, scrittore di opere teatrali, saggi e regista ritirerà il Premio Lunezia Canzone d’autore 2024 per Ti Perdi, brano contenuto nel suo ultimo album di inediti #Pace. Durante la serata, che inizierà alle 21.30, avverrà inoltre il tributo ai 30 anni di Cinque Giorni, storico brano di Michele Zarrillo di cui Vincenzo Incenzo è autore del testo.
«Sono onorato di ricevere per la terza volta questo Premio – afferma Vincenzo Incenzo – è il segnale di una continuità nel tempo all’insegna della qualità e dell’impegno nel campo musical letterario, essere riconosciuti in questa costante ricerca di valori mi gratifica immensamente».
Ti perdi è una considerazione dolorosa non solo su un amore, ma su un mondo e un tempo perduti, sul senso di smarrimento, sul desiderio impossibile di correggere il passato. Chi ama, anche da lontano, anche nel ricordo, cerca il permesso di esistere, in un tempo che non dà più riferimenti. È un brano romantico, ma anche profondamente sociale.
Di seguito la motivazione della Redazione Musical Letteraria del Premio Lunezia: “Succede, a volte, di avere nostalgia di emozioni mai vissute fino a sentire sulla pelle la mancanza di gesti mai osati. Forse, la malinconia nasce così, da quel brivido del cuore che ci spoglia dei desideri abortiti o, forse, sono proprio le notti a metà, quelle in cui appendiamo gli occhi al cielo, a salvarci donandoci il coraggio di restare. Il coraggio di vivere e di ricordare. Guardare indietro, perdersi nel viale del passato, scaraventare i battiti in una vecchia foto e annusare i momenti sbiaditi per cercare la chiave della rinascita.
Un viaggio introspettivo, fatto di valigie colme di memoria, che Vincenzo Incenzo racconta con maestria in «Ti perdi» cui va il Premio Lunezia Menzione Speciale per aver ricamato parole e musica sul tessuto indelebile della poesia. Il brano indaga sulla potenza del sogno e della mente nel ritrovarsi reali e puri sull’orlo del tempo. Già, perché se «è giusto non morire / fino a convincerti di aver raggiunto un’ombra di felicità», scrive l’artista, «lascia che ti assalgano i ricordi non difenderti».
L’esortazione è di affrontare i mostri del passato liberi dai lacci emotivi che questa epoca ci proietta contro, calpestando a morte le nostre identità, anestetizzandoci i pensieri. Un atto eroico, in un mondo che uniforma sentimenti e respiri, che ci restituirà il futuro. Anzi, che ci restituirà al futuro se sapremo sussurare: «amore mio / noi siamo ancora lì / in quell’abbraccio in quella strada / in quella pioggia che non smette mai». Una lirica che, in un crescendo melodico di raro spessore, coniuga romanticismo ed impegno sociale, esaltando appieno i canoni della Musical Letteratura cui si orienta il Premio Lunezia.”