Volevo un figlio maschio, recensione: Enrico Brignano padre disperato nella commedia di Neri Parenti

Volevo un figlio maschio - Samira Finotti, Giulia Bevilacqua, Enrico Brignano (foto Medusa Film)
Volevo un figlio maschio - Samira Finotti, Giulia Bevilacqua, Enrico Brignano (foto Medusa Film)

La nostra recensione di Volevo un figlio maschio, commedia per famiglie diretta da Neri Parenti con Enrico Brignano: ad un padre disperato con sole figlie femmine viene esaudito il suo desiderio, ma non come sperava

Chiedi alle stelle

«Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo». L’aforisma attribuito a Oscar Wilde esprime al meglio lo spirito di Volevo un figlio maschio, storia che ha per protagonista Alberto Gatti (Enrico Brignano), padre ansioso di tre ragazze che gli danno parecchi grattacapi. In una casa tutta al femminile, l’unico maschio fatica a trovare una sponda alle sue velleità, calcistiche e carnivore, costretto in quanto minoranza a cedere alle note di Brahms e al veganesimo spinto. Quando la moglie Emma (Giulia Bevilacqua) sta per dare alla luce un nuovo componente della famiglia di cui non si conosce ancora il sesso, Alberto, sopraffatto dalle angosce per la gestione della prole in gonnella, esprime un desiderio: «Basta figlie femmine!». Le stelle esaudiscono la sua segreta aspirazione, ma ci avrà davvero guadagnato?

Volevo un figlio maschio - Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua (foto Medusa Film)
Volevo un figlio maschio – Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua (foto Medusa Film)

Una favola tutto da ridere

Ciliegina sulla torta di una tra le più prolifiche carriere del cinema italiano, Neri Parenti firma una commedia con un tocco di fantasy confezionando una favola moderna che si poggia su un auspicio antico come il mondo: “auguri e figli maschi”. Un presupposto scomodo, anzi politicamente scorretto. Ma il regista dei Fantozzi e dei Cinepanettoni di Boldi e De Sica, maestro nel raccontare in modo impietoso e sarcastico i vizi italici, si diverte invece ad esaudire l’ambizione inconfessabile di un padre. E il suo desiderio appare paradossalmente legittimo: condividere le passioni maschili con una figliolanza che sia complice, anziché doversi cimentare con un universo femminile che non comprende e al quale fatica ad adeguarsi. Il tanto agognato cameratismo però si scontra con una realtà ben più complessa, con risvolti comici e imprevedibili.

Volevo un figlio maschio - Enrico Brignano e Maurizio Casagrande (foto Medusa Film)
Volevo un figlio maschio – Enrico Brignano e Maurizio Casagrande (foto Medusa Film)

Brignano a briglia sciolta

Se l’elemento magico è il motore della storia, questa procede con la modalità classica della commedia degli equivoci, nella quale Enrico Brignano dispiega tutta la sua verve ironica in un ruolo che sembra essergli stato cucito addosso. Da solo, l’interprete romano regge tutto l’impianto comico del film, mentre gli altri personaggi gli ruotano attorno come semplici spalle. Giulia Bevilacqua è però credibile sia nella versione di tenera complice delle figlie che di mamma gelosa e ansiosa dell’impenitente primogenito. I pregiudizi di genere si sprecano: le femmine amano il cibo sano e la musica classica e scatenano l’ansia paterna contro i pericoli del mondo; i maschi invece prediligono calcio e grigliate, usano la violenza con facilità, inducono la madre a farsi ossessivamente protettiva. Si intuisce che l’intento narrativo sia quello di scardinare tali pregiudizi, ma non sempre si centra l’obiettivo.

Tra le chicche del film, la partecipazione straordinaria di Mariano Rigillo nei panni del misterioso cultore delle stelle che consente al protagonista di far diventare realtà il suo sogno, con la partecipazione anche di Ruben Rigillo, figlio e collega del grande attore partenopeo.

Volevo un figlio maschio - Giulia Bevilacqua e Clizia Fornasier (foto Medusa Film)
Volevo un figlio maschio – Giulia Bevilacqua e Clizia Fornasier (foto Medusa Film)

Una famiglia con cui identificarsi

Un commedia per tutta la famiglia, che diverte sia i grandi che i più piccoli, coinvolti con leggerezza nella visione di siparietti familiari nel quale è facile identificarsi. La dicotomia maschile/femminile avrebbe potuto dare adito a maggiori guizzi nella trama, mentre la rappresentazione della famiglia italica sicuramente si prestava a qualche freddura in più. Nel complesso, la storia scorre fino ad una conclusione lieta, che mette tutti d’accordo. La chiosa finale è affidata ad un ultimo misterioso desiderio, un gancio per un secondo capitolo di casa Gatti. Se si farà, sarà il pubblico a deciderlo.

Volevo un figlio maschio, regia di Neri Parenti, con Enrico Brignano, Giulia Bevilacqua, 
Samira Finotti, Giulia Tumbarello, Edoardo Giugliarelli, Massimo Quagliata, Roberta Volponi, Tommaso Guidi, Clizia Fornasier,
Giovanni Guardiano, Lallo Circosta, Maurizio Marchetti, Mariano Rigillo, Ruben Rigillo, Maurizio Casagrande, uscirà nelle sale il 5 ottobre 2023, distribuito da Medusa Film.

VOTO:

due stelle e mezzo

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