La nona stagione di The Walking Dead prosegue con l’episodio Ricompensa, dove conosciamo più da vicino i nuovi nemici, e attraverso un flashback ci vengono raccontati i buoni propositi del Regno e di Re Ezekiel.
Due binari paralleli
Ricompensa (Bounty in originale), l’undicesimo episodio della nona stagione di The Walking Dead, si snoda verso due direzioni ben precise, che presumibilmente saranno il cuore delle puntate finali: il confronto, inevitabilmente bellico, con i sussurratori, e una nuova, forte unione delle comunità per la tanto attesa fiera.
Daryl il leader
Nella prima storyline, a prendere il carico delle decisioni sulle proprie spalle ci pensa Daryl (Norman Reedus), personaggio, come abbiamo visto negli episodi precedenti, che prosegue il suo cammino verso una vera e propria leadership. È un uomo più saggio e meno avventato, che ritiene la sicurezza della sua gente più importante di uno scontro immediato, arrivando perfino a compiere delle azioni non proprio nobili pur di proteggere i propri cari.
Il sogno di Carl e di Ezekiel
Anche in questo episodio il team di sceneggiatori, con a capo la sua nuova showrunner Angela Kang, si avvale di un flashback come linea narrativa secondaria, mostrando Re Ezekiel (Khary Payton), Carol (Melissa McBride) e Jerry (Cooper Andrews), impegnati in una missione, che per una volta non sfuma in uno sterile e inconcludente pugno di mosche, ma che è spinta dai buoni propositi del sogno di Carl Grimes: un mondo di pace e collaborazione in cui tutti gli esseri umani si uniscono contro il nemico comune, gli zombie. Ezekiel portatore di luce e speranza, in un’era governata dalle tenebre e dalle ombre dei morti, saccheggia un vecchio cinema per recuperare una lampada per i proiettori, per tentare di riportare la meraviglia del cinema, permettendo così ai più piccoli di assistere a uno spettacolo bellissimo e sconosciuto, e agli adulti di credere che forse, un giorno, tutto potrà tornare come prima.
Un episodio con il freno a mano
Ciò che un po’ delude di Ricompensa, è quel freno a mano inserito dopo il finale sorprendente del precedente episodio Omega. Sembra infatti che il 9×11 di The Walking Dead invece di spingere sull’acceleratore, incanalando la storia nella direzione del pathos, la rallenta, riportando sì la trama nuovamente sui binari giusti, e anche con alcuni momenti di tensione, ma scivolando in altrettanti momenti di soporifera banalità.